Chi di noi pensa che il modo in cui viviamo sia
il migliore in assoluto, che l’avvenire sia carico di meravigliose promesse, ha
semplicemente una visione irreale di quanto ci circonda. Prendere in
considerazione solo il lato positivo delle cose omettendo quanto c’è di
negativo, non fa altro che creare delle false illusioni.
Ognuno di noi conosce delle persone che ripetono
in continuazione che “tutto va bene” mentre quello che li riguarda è la
dimostrazione dell’esatto contrario.
Ogni cosa nella vita ha due metà: una medaglia è formata da due parti,
il nostro cervello è formato da due emisferi e così anche il nostro modo di
pensare.
Che cos’è l’ottimismo intelligente?
Lo psichiatra e psicoterapeuta Gian Franco Goldwurm definisce
l’ottimismo intelligente come “un modo di
essere, fatto di realismo e di aspettative consolidate”. Egli prosegue
dicendo che “è un ottimismo inquieto, con
una visione dinamica dei progetti da affrontare e al contempo lucida sugli
ostacoli da superare, che trae alimento da una percezione di benessere
acquisita attraverso considerazioni positive” (Qualità della vita e
benessere psicologico. Aspetti comportamentali e cognitivi del vivere felici. Mc
Graw Hill).
Lo psichiatra Christophe Andrè, nel suo scritto La psicologia della
felicità è descritta attraverso numerose situazioni quotidiane (Corbaccio),
precisa: “là dove l’ottimismo ottuso
afferma: 'Non ci sono problemi, tutto va nel migliore dei
modi', l’ottimismo intelligente dichiara: 'Ci
sono dei problemi, ma cercherò di adeguarmi e superarli”.
Possiamo dire quindi, che questo è un ottimismo che non si nutre e non
ci nutre di false speranze, ma ci da il vantaggio di non creare delle illusioni
con le conseguenti disillusioni.
Lo psicoterapeuta Alan Loy McGinnis in La forza dell’ottimismo (Il solo
24 ore) ci dice che : “quelli che
pensano che le cose prima o poi finiscano sempre per sistemarsi hanno la
sensazione di essere degli sprovveduti quando invece vanno storte. E di conseguenza
sprofondano spesso in uno stato di frustrazione e di cinismo. I veri ottimisti,
invece, sono consapevoli di vivere in un mondo imperfetto”.
Thomas Edison, il quale prima di creare la
lampada a incandescenza (1879) fece più di 10.000 prove, quando gli fu chiesto
dei suoi numerosi fallimenti, rispose: “Non
ho fallito, ho trovato 10.000 modi che non funzionavano”.
Non pensate che
questa frase sia semplicemente meravigliosa?! Questo modo di pensare ci insegna
che le sconfitte, anziché metterci fuori gioco, possono avvicinarci alla meta.
L’ottimismo è un potente motore di successo che influenza la visione di
tutta la nostra vita: il
rapporto con gli altri, la capacità di raggiungere i nostri obiettivi. Per
arrivare a questo traguardo bisogna fare tesoro di tutti quei valori, credenze,
sogni, certezze... che ci contraddistinguono.
I veri ottimisti si espongono
alle sfide della vita e danno un significato proprio sia alle sconfitte sia
alle difficoltà esistenziali, trasformandole in una nuova partenza, con il
vantaggio di avere alle spalle una ricca esperienza passata. Gli ottimisti non
si nascondono la realtà, ma si assumono le responsabilità dei propri pensieri,
atteggiamenti e azioni.
Ricordate che l’ottimismo non è un fattore genetico, felici non si nasce,
si diventa.
Buona caccia alla felicità a tutti!!!
Dott.ssa Luisana Di Martino
Nessun commento:
Posta un commento