MANIPOLATORE “PERFETTO”
NEL TEATRO DEI BURATTINI
"Mai più!" Diceva imperiosa la sua volontà. "Domani
ancora!" Supplicava il cuore singhiozzante.
Hermann Hesse
Doctor Jekyll e Mister Hyde, dolce
al cospetto degli altri, ma vendicativo e subdolo alla spalle.
Avete capito di
chi stiamo parlando?
Nessun soggetto in particolare, ma solo persone: narcisisti o meglio ancora manipolatori affettivi. Non
i narcisisti in generale, coloro che hanno dei tratti inerenti a questa personalità, ma quelli cinico, maligni e patologici.
Tendenzialmente sono bugiardi, ipocriti e manipolatori affettivi. Hanno un’alta considerazione di loro stessi, esagerano le proprie
capacità, appaiono spesso presuntuosi, credono di essere speciali, superiori,
di dover essere soddisfatti in ogni loro bisogno e pretendono di avere diritto
ad un trattamento particolare. Il tutto risulta condito dal
comportamento malizioso che porta tale soggetto ad avere anche tratti borderline, antisociali e paranoici.
L’altro è solo lo specchio in cui si
riflettono.
Si tratta di persone altamente danneggiate, che a loro volta hanno subito
traumi, maltrattamenti, abusi comportamentali ed emotivi verificatisi in
tempi molto precoci e per questo perpetuano il trauma traumatizzando a loro
volta.
La vita per loro
è paragonabile ad un grande teatro
nel quale loro sono i protagonisti burattinai e gli altri non sono che vittime
delle loro manovre; proprio come il famoso personaggio della favola di
Pinocchio, in burbero Mangiafuoco che
da bravo burattinaio muove i fili dei
suoi personaggi.
La manipolazione costituisce il
fulcro di ogni relazione narcisistica e la perseverazione nella stessa la
connota di perversione, ed è l’unica modalità per entrare in contatto con
l’altro.
Gli strumenti di
manipolazione più diffusi sono:
1) il ricatto affettivo e le
minacce
2) la colpevolizzazione
3) le bugie e le lusinghe
4) la
denigrazione
5) l’
invadenza
6) le spalle
al muro: è la tecnica che chiude il dialogo mettendo in evidenza le
contraddizioni dei ragionamenti, manipolandoli in modo tale così da far passare
l’altro come una persona incoerente.
Secondo la Dott.ssa Nazare-Aga le azioni tipiche del manipolatore affettivo sono:
-
Colpevolizza gli altri,
ricattandoli in nome del legame familiare, dell’amicizia, dell’amore;
-
Critica, svaluta e giudica le
qualità, la competenza, la personalità altrui;
-
Utilizza lusinghe per adulare, fa
regali o improvvisamente è premuroso;
- Fa la parte della vittima per
essere compatito (esaspera il suo malessere e il carico di lavoro);
-
Deforma e interpreta la verità;
-
Non sopporta le critiche e nega
l’evidenza;
-
Mente;
-
E’ egocentrico.
I manipolatori
affettivi vengono spesso denominati anche “vampiri
affettivi” in quanto sono personalità che non sanno amare ma solo
‘risucchiare’ forze ed energie al partner.
Ma, chi è la vittima del
manipolatore?
Le vittime predilette di questi
individui sono infatti persone totalmente incapaci di immaginare che l’altro
possa essere ‘distruttivo’, che cercano sempre di trovare delle spiegazioni
logiche al suo comportamento e di evitare ogni malinteso. Forse chi non è
perverso non può immaginare che possa esistere manipolazione e malevolenza in
determinati soggetti.
Di fronte all’attacco perverso le
vittime coinvolte affettivamente con i vampiri, si mostrano comprensive e
cercano di perdonare. Amore e ammirazione le spingono a pronunciare frasi del
tipo “Se è così è perché è triste e infelice. Lo aiuterò, lo guarirò!”.
Molte vittime fanno della salvezza
dell’altro una vera e propria missione di vita. Ecco che si stabilisce quindi
un circuito malsano dove la vittima si nutre della speranza di cambiare l’altro
e l’altro sferra senza pietà i suoi attacchi proprio perché nessuno lo contrasta,
anzi viene capito e accolto: le vittime si illudono e sperano.
Ci troviamo dunque di fronte a
coppie formate da narcisisti perversi rigidi e vittime passive che cercano
sempre di capire, di giustificare, mettendo da parte la propria dignità e
alimentando la falsa speranza che il carnefice raggiunga prima o poi la
consapevolezza delle sue azioni.
Ci si chiede spesso perché le
vittime non reagiscano; la risposta non è semplice da dare. Probabilmente sono
reduci da esperienze infantili dove non hanno sviluppato una sana capacità di
espressione delle loro emozioni e bisogni, dove non si sono potute permettere
di ‘ribellarsi’. I vampiri affettivi sono ovunque ma spesso risulta difficile riconoscerli
e difendersi: con loro, dunque, risulta difficile stabilire una relazione sana
ma sarà più facile instaurare un gioco patologico tra la vittima e il suo
carnefice.
Dott.ssa Sabrina Agostinone
Tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus
Tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus