giovedì 1 settembre 2016

L'ESSENZIALE E' COMUNICARE

COMUNICARE… un’abilità essenziale, senza dubbio una delle competenze che caratterizza l’essere umano, presente già dai primissimi anni di vita e che diventa via via sempre più importante e necessaria. Permette lo scambio di pensieri, la risoluzione dei problemi,  l’acquisizione di nuove visioni o idee. Oltre a questo, una buona comunicazione permette la creazione di una rete sociale e un funzionamento ottimale delle nostre relazioni, elemento imprescindibile della vita di tutti i giorni.

Tuttavia, vediamo come non sempre e non per tutti sia così semplice comunicare, con conseguente, e a volte incomprensibile, frustrazione, incapacità di risolvere i problemi, in altre parole sofferenza.
C’è un termine, poco conosciuto e spesso mal interpretato, che indica proprio questa abilità comunicativa che sembra mancare sempre di più al giorno d’oggi: ASSERTIVITA’. Questa parola, che a prima impressione comunica qualcosa di imposto, negativo, autoritario, invece definisce proprio la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni, di ascoltare il punto di vista dell’interlocutore e sentirsi libero di esprimere il proprio parere, nel rispetto di sé e dell’altro. È quindi la capacità di comunicare in maniera adeguata in ogni contesto relazionale in cui ci si trova ad interagire. 
La persona assertiva è quella che ha trovato un punto di equilibrio fra un comportamento aggressivo e uno passivo, fra un atteggiamento svalutante tipico di chi vuole avere sempre ragione e che è irremovibile rispetto alle proprie posizioni e, dall’altro lato, l’atteggiamento di una persona incapace di esprimere i propri pensieri e sentimenti, che ha difficoltà a prendere decisioni, che si considera inferiore rispetto agli altri e per questo dipende dal giudizio altrui. Indubbiamente, l’assertività è, fra le tre, la posizione preferibile per l’uomo in quanto ha tutta una serie di conseguenze positive: fa star bene con se stessi, rafforza l’autostima, migliora la qualità delle proprie relazioni. È indubbio quindi che una buona capacità di comunicare sia una condizione imprescindibile per il benessere proprio e delle proprie relazioni sociali. Nonostante ciò, comunicare bene risulta sempre più difficile. E nell’affermare ciò non possiamo non tener conto della società di oggi, in cui cresciamo e viviamo: una società basata sulla competitività, sull’incessante lotta per il raggiungimento di obiettivi per lo più lavorativi, di successo, materiali. In una società come questa siamo inevitabilmente portati a dare più spazio alla testa che al cuore, a mettere in un angolo sentimenti ed emozioni, ritenuti scomodi e ingombranti, pensando così di migliorare la nostra vita, sempre in accordo con la società materialistica sopra citata, non rendendoci invece conto di quale effetto negativo questo abbia sul nostro benessere. La testa è la sede privilegiata di paure e ansie, delle insicurezze legate a se stessi e al proprio valore, personale e professionale.

Comunicare in uno stato di ansia o paura porta ad approcciarsi alle situazioni secondo una schema di vincere o perdere e quindi squalificando automaticamente l’interlocutore, attribuendogli inconsciamente il ruolo di perdente. È ovvio che con questi presupposti non potremo mai avviare una relazione buona e reciprocamente gratificante. La soluzione,invece, sta nel riuscire a comunicare dal cuore e con il cuore per riuscire ad arrivare al cuore dell’altro, dando così il giusto spazio alle emozioni e a creare un dialogo vero e completo, che tenga conto di sentimenti quali fiducia, tolleranza e rispetto, fondamentali per una relazione.  Quindi ancora una volta vediamo sottolineata l’importanza di sentimenti ed emozioni, canali di comunicazione e contatto fra i più usati dagli antichi, ma che con l’avvento dei tempi moderni e delle nuove regole sociali si è andato via via perdendo fino ad arrivare a credere che le emozioni vadano “controllate o addirittura evitate”.
Non siamo quindi capaci di comunicare in questo modo perché non veniamo educati a farlo! E quanto è grave e pericolosa questa cosa! Innanzitutto perché attraverso le emozioni noi contattiamo e comunichiamo con la parte più profonda delle persone e quindi tramite esse possiamo sia sentire la vicinanza all’altro, in quanto le emozioni di base sono le stesse per tutti, sia conoscere l’unicità di ciò che quella determinata persona prova in quella determinata situazione. Inoltre, è fondamentale rendersi conto che non è possibile impedire l’espressione di un’emozione poiché essa troverà, in un modo o nell’altro, un canale d’uscita. Se non viene liberata nel modo giusto, essa si manifesterà in maniera negativa attraverso comportamenti distruttivi, malattie psicosomatiche, insomma con sofferenza. È importante quindi che si educhi l‘individuo, sin da piccolo, alla libera espressione del pensiero e delle emozioni e quindi ad un modo di comportarsi naturale, libero e spontaneo.
Oltre a questa mancata educazione, altri possono essere i motivi per cui facciamo fatica a dire cosa pensiamo. Innanzitutto c’è la convinzione, sbagliata, che provare sentimenti, soprattutto negativi, sia segno di debolezza e per questo nascondiamo quello che proviamo portando avanti un pensiero irrazionale, in quanto non esiste nessun essere umano perfetto che non abbia mai sofferto. È sufficiente avere il coraggio di riconoscerlo. Molto spesso invece non si mostrano i propri sentimenti per paura di essere rifiutati.

È importante però capire che non essere corrisposti non è una cosa negativa, in quanto non ha a che fare col valore della propria persona e che è meglio esser respinti per aver mostrato opinioni e sentimenti propri che non averlo fatto per accontentare l’altro: si rischia così essere accettati per qualcosa che non si è. Capita anche, soprattutto nelle relazioni intime, che l’individuo non esprima i propri pensieri perché convinto che le persone attorno a sè debbano sapere sempre cosa pensiamo e proviamo, convinzione ovviamente irrealistica perché, per quanto intimi, nessuno può avere una conoscenza tale dei nostri sentimenti e pensieri.
Un altro motivo ricorrente è il timore di innescare discussioni: non esprimiamo le nostre opinioni per timore di far arrabbiare o soffrire gli altri, atteggiamento questo che rivela una bassa autostima in quanto non ci si reputa in grado di affrontare una discussione accesa e soprattutto, così facendo, diamo più peso agli altri che a noi stessi, e questo ci fa male. Altra conseguenza della bassa autostima è la convinzione di non aver diritto ad esprimere sentimenti e opinioni poiché si pensa che questi non abbiano alcuna importanza per gli altri. O ancora, si crede che dire quello che pensiamo non abbia alcuna utilità in quanto non ci sia comunque “nulla da fare”: si vive dunque nel pessimismo, che porta la persona a non impegnarsi più in nulla, annegando in una condizione di malessere e tristezza. È importante quindi ricordarsi che ogni essere umano ha un valore che non deve mai dimenticare e mettere in dubbio, anzi! Esso va coltivato e tirato fuori, attraverso quelle parole e quei sentimenti che se soffocati rischiano di soffocarci.
Concludo con le parole di Battista Angelo, che credo riassumano perfettamente il senso di questo articolo:
“Quando avrò imparato a conoscermi e a comunicare con intelligenza emotiva, sarò veramente padrone dei miei pensieri, delle mie emozioni, delle mie scelte, del mio comportamento e della mia vita.
Sarò in grado di riconoscere e accettare i miei limiti e i miei punti di forza insieme alla mia energia vitale, che mi renderà capace di pensare rapidamente e di agire con calma senza inutile ansia e tensioni, perché sentirò il mio corpo leggero e rilassato e la mia mente serena, lucida e scattante.
Questa profonda consapevolezza mi darà la forza e il coraggio di credere in me e di andare avanti, di amare la vita e di sentirmi veramente libero, in pace con me stesso e in piena armonia con l'universo.
So che questo è possibile, può accadere già oggi… semplicemente perché lo voglio!”

Dott.ssa Alessandra Di Domenico

Laureata in Psicologia e tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus di Pescara