venerdì 2 giugno 2017

CONSAPEVOLEZZA: LO STRUMENTO PER PRENDERE IN MANO LA PROPRIA VITA



La mancanza di consapevolezza è il problema di molte persone che vivono la loro vita da spettatori.

“Avevo tutto per essere felice, ma nel profondo sapevo di non esserlo”.
Questa solo una delle affermazioni più consuete nelle persone che vivono la sensazione di non avere il controllo sulla propria vita. Più le “non azioni” aumentano, più l’avvenire appare ai loro occhi ripetitivo e minaccioso.

Esiste un istinto all’autorealizzazione che spinge ognuno di noi verso un maggiore governo della propria vita, tuttavia molte variabili impediscono che questo istinto emerga e si tende a rinunciarvi. Basti pensare al volere di un genitore che magari risulta diverso dalla naturale propensione del figlio; rappresenta sicuramente un classico movente per cambiare la propria rotta al fine di compiacere gli altri.

Ancora, scegliere un lavoro che implichi la possibilità di una sicurezza economica fissa a scapito di un lavoro che metta in luce le proprie attitudini e passioni.

La rinuncia ha un costo notevole ed a lungo andare può creare un malessere non indifferente e sfociare, nel peggiore dei casi in una depressione.

Nascere protagonisti o diventarlo

La vitalità con cui ogni bambino nasce è un enorme dato di partenza che facilita la vita. L’ambiente e l’educazione familiare pongono dei condizionamenti che possono spingere più o meno verso un’autorealizzazione.

Molte persone che non sono abituate a scegliere per sé, sacrificano una vita da inventare in virtù di una tranquillità apparente che negli anni si trasforma in inezia e porta sempre il suo conto da pagare.
Pertanto è giusto dire che tendenzialmente famiglie “controllanti” disegnano sin da subito la mappa da percorrere per i propri figli, ma questi possono, se non devono, ridisegnarla nel momento in cui se ne sente la necessità.

Assumersi la responsabilità della propria vita

Il blocco è rappresentato da una sorta di autorizzazione perenne che si attende, un permesso a poter essere se stessi senza deludere gli altri.
Questo permesso da adulti non va richiesto.

Essere adulti significa assumersi a pieno la responsabilità delle proprie scelte, delle proprie azioni e della propria vita. Fino a quando non si smette di attribuire il proprio male agli altri, al passato, alle circostanze esterne non si sarà mai attori della propria vita.

Osare e scegliere sono due verbi che implicano da un lato un rischio, dall’altro la consapevolezza di poter sostituire e certezze di ieri con delle nuove, più adatte ad affrontare il presente.


Cominciare dalle piccole consapevolezze

Diventare attore della propria vita è quindi ammettere di avere sempre una possibilità di scelta.

È quindi necessario fa cessare il fiume di consigli e indicazioni che arrivano dall’esterno ed avere il coraggio di esplorare i propri desideri ed infine, fidarsi di se stessi.

Tutto questo per definire i confini di una vita nuova, non per forza straordinaria, ma sicuro più soddisfacente.

Dott.ssa Ivana Siena

DISINNAMORARSI DI CHI NON CI VUOLE PIU'

«Come si fa a disinnamorarsi?», ma anche «come ci si disinnamora?». Sembrano domande con così tante risposte (basta guardare i risultati della ricerca di queste due domande su Google) da essere di fatto senza risposta. Almeno, senza una risposta univoca e valida in tutti i casi. Invece una risposta c’è.
Come cancellare il sentimento
Se, come spiega il presidente dell’Accademia italiana per la salute nella coppia Emmanuele Jannini, «non sappiamo cos’è che ci fa innamorare, di conseguenza è difficile stabilire come si può disinnamorarsi», una sorta di «terapia d’urto» per provare a raffreddare i sentimenti esiste. Basta «perdere la stima della persona di cui si è innamorati», afferma il sessuologo. […]




Questa una parte di un articolo del 17 Aprile 2017 comparso su Corriere.it  che lascia molto riflettere.

PUÒ DAVVERO BASTARE “PERDERE LA STIMA” DI QUELLA DATA PERSONA PER SMETTERE DI AMARLA?

Chi c’è davvero dietro una domanda simile: “come faccio a disinnamorarmi?”
Sono donne? Sono uomini? Poco importa, di sicuro sono, a mio avviso, persone che si sentono  “incastrate” in una relazione mentale, più che concreta, con un partner che non c’è più.
La necessità di disinnamorarsi lascia pensare che da parte dell’interessato vi sia una difficoltà a separarsi, non tanto fisicamente dalla persona amata, in quanto probabilmente questo passaggio potrebbe già essere accaduto, ma mentalmente, dall’idea di quel NOI, il legame.

PRIMA DI DISINNAMORARSI BISOGNA VIVERE L’INNAMORAMENTO

L’innamoramento, può essere definito come un movimento a due in cui si sperimenta la gioia di vivere, lo scambio, il rinnovamento dei propri pensieri e emozioni, l’appartenenza.
Proprio quest’ultima potrebbe rappresentare l’essenza del legame, ciò che spinge a ricercare l’Altro, in quanto al suo interno vi è un vasto numero di significati profondi che apparentemente si racchiudono nella voglia di condivisione, nel desiderio di complicità e nella ricerca di intimità.

PER DISINNAMORARSI È NECESSARIO ESSERE APPARTENUTI AD UN SISTEMA
Ha a che fare con il vissuto antico, più o meno appagante, di  essere parte di un sistema, il primo resta sempre la famiglia d’origine.
Generalmente si può dire che una persona appartiene ad un sistema quando si riconosce parte di esso per valori, regole, tradizioni, comportamenti.
Pertanto la ricerca di appartenenza nei sistemi successivi (coppia) è un proprio bisogno, necessario per il benessere di ognuno.

SOLO SE SI APPARTIENE SI PUÒ ESSERE LIBERI DI SEPARARSI

L’incastro che vive il partner che si dispera nel tentativo di disinnamorarsi, potrebbe quindi dipendere dal non essere mai appartenuti ad una coppia. Potrebbe essere il tentativo di un riscatto affettivo per uno squilibrio d’amore. “Non mi sono sentito/a parte della nostra coppia”, “Ho rincorso l’altro tante volte”. Potrebbe sembrare un credito in sospeso con il partner che però dipende da una mancanza più antica.
Se la relazione finisce può dipendere dal modo di relazionarsi, dalle richieste reciproche, dai bisogni personali messi in secondo piano, da paure che si insinuano dentro di noi sin da bambini, dalle vere motivazioni che ci sono dietro la scelta di quel partner.

Coloro che hanno necessità di disinnamorarsi possono cominciare quindi dall’innamorarsi di se stessi, dal capire cosa li porta a mettere il partner al centro della propria vita anche quando lui/lei rifiuta il rapporto.
Disinnamorarsi a mio avviso non dovrebbe essere denigrare la figura dell’altro, ma dare, senza ombra di dubbio, più valore a se stessi.
Dott.ssa Ivana Siena

Fonte: Psiche.Org



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