sabato 8 marzo 2014

LEGGERE I SENTIMENTI: ESSERE COMPIACIUTI

COMPIACIMENTO




Il compiacimento è un sentimento di bassa intensità appartenente alla gioia. Si può definire come un’ intima soddisfazione per un bene proprio o altrui. Non si tratta di un piacere assoluto, ma bensì relativo: non si può essere compiaciuti in generale, lo si può essere soltanto in relazione a qualcosa (piacere-con), come per esempio, per una vittoria, per la bontà di un pasto, per un apprezzamento.
In realtà, però, il compiacimento è un sentimento più intimo, che , anche se non necessariamente, molte volte scaturisce dallo scorgere in sé la causa di ciò di cui poi ci si compiace. Compiaciuto per una vittoria in cui si ha avuto un peso, per la bontà di un pasto preparato con le proprie mani o dal figlio a cui si è pagato un corso di cucina, per un apprezzamento che in fondo sappiamo ben riposto.
Il compiacimento, però, non ha sempre un’accezione positiva. Spesso capita di incontrare persone che manifestano comportamenti compiacenti, di acquiescenza che sembra acritica, grazie ai quali evitano di prendere posizione in prima persona e di mostrare quello che realmente sentono, pensano e vogliono. Si tratta di persone che, se interpellate, sono solite rispondere con frasi del tipo: «Non ho niente da dire», «Sono d’accordo con gli altri», «La penso come lui», «Decidete voi» e così via. È un modo di agire che si può  riscontrare sia nell’ambito di una relazione diadica che di gruppo e può suscitare, in chi ne è  spettatore, reazioni molto diverse che vanno dal disprezzo e dal fastidio all’approvazione e al riconoscimento positivo.
La  compiacenza con le sue conseguenti implicazioni, é diretta verso di noi, per arricchire noi stessi, per soddisfare le nostre esigenze: vogliamo la cosa o la persona perché ci piace, ci diletta, ci arricchisce, perché abbiamo scoperto in essa un bene per noi stessi. 
Dott.ssa Teresa Giuzio

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