martedì 9 ottobre 2012

Approfondimento - Psicologia dello sport

Lo spogliatoio e lo spirito di gruppo


Foto: www.forzapescara.tv

Si dice che lo spogliatoio è l’anima della squadra. Attraverso quella porta gli individui diventano gruppo, si vestono di un colore, di un’identità. Dentro quelle mura si indossano le scarpe che rappresentano gli strumenti del mestiere, la base di tutto, il collegamento tra le estremità di un corpo, mente e piedi, questi ultimi intesi come sostegno del peso dell’individuo e del carico della sua esperienza tecnica. In questo spazio il giocatore comunica con dialoghi, sguardi, atteggiamenti e respiri, il suo voler “stare dentro” la squadra, il suo voler contribuire all’essenza storica di quel nome che è chiamato in campo a difendere. Se in campo il campione è tenuto a mostrare la sua competenza tecnica, è nello spogliatoio che può esprimere se stesso in relazione agli altri. In questo spazio, il gruppo si compone così di tanti rapporti individuali che si intersecano e diventano la solida rete che deve proteggere da eventuali cadute, dagli attacchi del mondo esterno (squadra avversaria, mass media) e ciò rappresenta la costante che accompagna importanti squadre di seria A come anche piccole squadre dilettantistiche.
Il gruppo squadra di calcio è un gruppo in cui i calciatori si ritrovano insieme per il solo motivo di aver sottoscritto un contratto con la medesima società. Molte difficoltà possono quindi insorgere da questo fattore e diventa importante, al fine di superarle, la struttura relazionale del gruppo, la rete di comunicazione attuabile sui vari livelli: tra membro e membro del gruppo, tra i sottogruppi, tra conduttore e singoli membri o sottogruppi. Tali interazioni, oltre che in campo, si esplicano maggiormente nello spogliatoio dove il confronto è costante e si lavora per una maggiore coesione, ovvero un grado di solidarietà tra gli appartenenti al gruppo e la condivisione di norme comuni che producano il senso di appartenenza.
Qualora il comportamento di alcuni membri e l’idoneità dei loro atteggiamenti o prestazioni vengano messe in discussione, si possono sviluppare situazioni di conflitto. Nel conflitto, però, esiste un’opportunità di sviluppo e crescita, uno spazio di possibile creatività, in cui attivare competenze legate alla negoziazione ed alla comunicazione; non deve pertanto essere messo a tacere o curato, piuttosto controllato e gestito come segnale (sintomo) per ridefinire la situazione. Se il Mister riesce ad attuare con successo comportamenti mirati a ridurre il conflitto, l’ostilità può essere sostituita con la coesione e il gruppo-squadra potrà, quindi, considerarsi maturo, per cui gli sforzi dei singoli componenti vengono proiettati al raggiungimento dello scopo comune.
La frase “i panni sporchi si lavano in famiglia” aggiunge significato al valore dello spogliatoio e si unisce alla simbologia che c’è dietro questo luogo fisico in cui si discutono i problemi del gruppo ed ognuno può sentirsi libero di esprimersi poiché ciò che accade lì dentro non ne attraversa le mura. Rappresenta quindi una garanzia ed una tutela reciproca di cui ognuno di loro fa uso ad esempio nel confronto con i mass media che, indirettamente con gli articoli, ma esplicitamente nelle interviste, lavorano per far emergere le dinamiche di spogliatoio, probabilmente conosciute nell’ambiente, che però non vengono confermate ai giornalisti, ai commentatori ed al pubblico della tifoseria. La vittoria in sé resta il fine ultimo di una squadra di calcio, mentre tutto il percorso che si costruisce per ottenerla passa attraverso un impegnativo lavoro di definizione del gruppo che avviene proprio nello spogliatoio. Esiste, dunque, un’influenza molto forte tra spirito di squadra, senso di appartenenza e risultato della prestazione: la loro interazione genera coesione e rende il gruppo squadra più stabile e candidato all'altezza ad una prestazione vincente.

dott.ssa  Ivana Siena

http://www.forzapescara.tv/altri-sport/3648-lo-spogliatoio-e-lo-spirito-di-gruppo-approfondimento.html


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