"Non essere triste, tirati su, cerca di non pensarci,
non piangere, non avere paura!."
Quante volte ci siamo sentiti dire, o abbiamo
detto a qualcun altro, frasi del genere? È come se fossimo immersi nella cultura
del pensiero positivo per la quale se non sei felice hai qualcosa che non va, se vuoi reagire al dolore in modo dignitoso devi rifugiarti dall’espressione
dell’infelicità.
Sfatiamo un falso mito: non esistono emozioni
negative, ma a renderle tali sono il nostro giudizio o il nostro evitarle. Quest’ultima modalità può sembrare la strategia migliore per gestire le emozioni, ma a lungo si rivela un vero e proprio boomerang procurando molto più
dolore di quello che abbiamo cercato di evitare.

Ci sono almeno quattro buoni motivi per accettare
tutte le emozioni, anche quelle più dolorose:
1. Non dovremo
spendere energie nel tentativo di allontanarle e potremo dirigere le nostre
azioni nella direzione desiderata.
2. Avremo la possibilità di imparare
qualcosa, prendendo confidenza e diventando abili nella loro gestione.
3. Diventeremo
più resilienti.
4. Svuoteremo il loro
potere distruttivo.
«Hai mai visto uno di quei vecchi
film di cow-boy in cui il cattivo finisce nelle sabbie mobili e quanto più si
dimena tanto più velocemente sprofonda? Se mai ti capitasse di cadere nelle
sabbie mobili, sappi che agitarsi è quanto di peggio puoi fare. Devi invece
sdraiarti, distenderti, e restare immobile a galleggiare sulla superficie. Ciò
richiede una grande presenza di spirito perché ogni istinto dentro il tuo corpo
ti dice di lottare; ma più lotti, peggio è.
Lo stesso principio vale per le “emozioni spiacevoli”: più cerchiamo di
combatterle, più ci mettiamo nei guai»
(Russ Harris, La trappola della
felicità).
Dott. Simone Ferrazzo
Laureato in Psicologia,
tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus
di Pescara
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