lunedì 14 aprile 2014

IO SONO BORDERLINE

RAGAZZE INTERROTTE”: Il Linguaggio del Dolore



Il film è tratto dal diario autobiografico di Susanne Kaisen: la storia inizia nel 1967 quando lei, dopo aver tentato il suicidio, arriva al Claymoore Hospital, una clinica psichiatrica che ospita le cosiddette ragazze interrotte, sofferenti cioè di patologie che hanno deviato la loro personalità e nella quale dovrà rimanere per 18 mesi. Quando lo psichiatra diagnostica un disturbo borderline di personalità e lo riferisce ai genitori, la madre ha una reazione violenta.

In quella struttura angusta conosce altre ragazze della sua età e con tutte stringe una forte amicizia imparando a convivere con le loro nevrosi. Nel chiuso ospedale, il gruppo organizza una fuga che ha conseguenze tragiche. Alla fine Susanne dovrà scegliere fra il mondo di coloro che vivono all'interno dell'istituto e quello al di fuori. Aiutata, deciderà di lasciarsi alle spalle questo 'universo parallelo', rivendicando la propria indipendenza.




Ma da cosa è affetta la nostra protagonista?

Il Disturbo Borderline di Personalità (DPB) è una patologia caratterizzata da repentini cambiamenti d’umore, instabilità dei comportamenti (atti autolesivi) nel creare e mantenere relazioni di qualsiasi genere: amoroso, amicale, interpersonale. Altro tratto fondamentale è una marcata impulsività e difficoltà ad organizzare in modo coerente i propri pensieri.

 La reazione emotiva, in queste persone, è duratura poiché vi è una maggiore vulnerabilità emotiva, per cui gestire le proprie emozioni diventa molto più difficile. Come Susanne, coloro che soffrono di un disturbo Borderline, instaurano relazioni intense e coinvolgenti, al limite della follia, estremamente instabili e insane, il tutto farcito da una forte dipendenza affettiva verso il partner.

Tratto predominante di tale devianza è la promiscuità sessuale. Ma anche la gelosia morbosa non esula dai vari atteggiamenti insani dei nostri protagonisti: una gelosia talmente invasiva da indurre profonde angosce che, con un elevato sentimento di possessività, si manifesta anche nelle relazioni amicali. Nei rapporti amorosi, inoltre, la dedizione sfocia spesso in pensieri deliranti verso la persona amata: l’ossessione sfiora vari aspetti, prediligendone alcuni piuttosto che altri. È per questo motivo che il Borderline inizia le sue relazioni cercando di occuparsi in tutto e per tutto del suo partner, dando inizio così, al gioco delle corrispondenze: esso pretende che la posta aumenti di volta in volta, come le lamentele e le richieste. Nel momento in cui la corrispondenza non torna iniziano i sospetti e le fantasie tendenti alla svalutazione dell’altro. La regola del gioco si basa sul principio del tutto o nulla, dove l’altro deve confermare le regole e non sbagliare mai, se vuole proseguire  la relazione.

In genere la fase “luna di miele”, per coloro che s’imbattono in una storia con una persona così “interrotta” dura molto poco; infatti, quando il rapporto incomincia a concretizzarsi, il Borderline farà qualcosa per spezzare e chiudere ciò che si stava creando. E cosa c’è di più tagliente di un tradimento? L’atto che maggiormente ferisce l’altro. Ma potrebbe esser anche un abbandono, un litigio furioso che servono ad umiliare e annientare.

Il partner si trova di fronte, improvvisamente, ad una persona diversa, dalla doppia personalità: un angelo tramutato in diavolo.  Una volta passata la tempesta tutto torna come prima e il “mostro” di qualche momento precedente ridiventa affettuoso e tenero.

Soprattutto le donne affette da questo disturbo sembrano odiare chi le ama ricoprendole d’attenzioni e, di contro, possono innamorarsi di persone anaffettive e maltrattanti.


Ma quali sono le cause principali che predispongono a tale disturbo?

“Probabilmente un’infanzia trascorsa in un ambiente in cui il soggetto può essere esposto a relazioni genitoriali anaffettive, svalutazione dei propri stati mentali quali: pensieri, emozioni, percezioni e sensazioni fisiche. Ma anche carenze di cura, interazioni caotiche e inadeguate, nonché  maltrattamenti e abusi sessuali. Oppure, ad incidere, ci sarebbero fattori genetico-temperamentali che aumentano la vulnerabilità, predisponendo la persona allo sviluppo della disregolazione emotiva.”



Vivere con questi protagonisti non è facile; spesso le favole iniziano come un sogno ma poi si trasformano in un incubo. Star con loro significa creare un legame di Amore-Odio, un rapporto ossessivo ed instabile da cui diventa, poi, davvero arduo uscire. Anche quando l’amore è finito da tempo, il partner del Borderline può decidere di continuare la relazione mettendo in atto gesti rischiosi quali l’autolesionismo, il tentato suicidio, o ancora, minacce, ritorsioni e vendette.

Dunque potrebbe essere opportuno, come possibilità di uscire dal tunnel di questa loro vita parallela, un percorso psicoterapeutico adeguato.


“…….non mi interessava in fondo che abusassero del mio corpo: non c’è possesso dell’altro nello scopare, non c’è nulla di intimo, se lo si fa senza amore, amicizia o affetto. Non c’è scambio, non si dà e non si prende niente: la somma algebrica tra il prendere e il dare è uguale a zero. [……..] Ad ogni modo… stavo male, e per fortuna in taluni momenti riuscivo anche a rendermene conto: si dice che quando sei ancora in grado di renderti conto che stai male vuol dire che hai già iniziato a guarire, ma non so se poi è davvero così. Capivo di star male è vero, ma capivo anche che la mia vita era lì, ferma, immobile, stagnante in una sorta di infinita palude, senza che andasse né avanti né indietro. Anzi no, forse più che in una palude, è più corretto dire che mi sentivo all’interno di una botte che rotola freneticamente giù per una scoscesa vallata.
La mia vita era così. Stava precipitando ad una velocità folle, e non sapevo come riprenderla in mano”.

Tratto da “Irene F. diario di una Borderline” di EUGENIO CARDI.

Dal film: Ragazze interrotte diretto da James Mangold: scena specifica in cui la protagonista legge sul manuale la patologia dalla quale è affetta: “sindrome da personalità Borderline”.
Dott.ssa Sabrina Agostinone

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