venerdì 28 marzo 2014

PSICOLOGIA E GIUSTIZIA

LA MEDIAZIONE FAMILIARE NEI CASI DI SEPARAZIONE CONIUGALE



La Mediazione Familiare è uno spazio di incontro in un ambiente neutrale, nel quale la coppia può negoziare le questioni relative al tema della loro separazione, negli aspetti relazionali e “economici”. I genitori vengono incoraggiati ad elaborare degli accordi che soddisfino i bisogni di tutti i membri della famiglia, dando molta importanza all’interesse dei figli.
La Mediazione Familiare è una nuova risorsa per sostenere i genitori in conflitto durante la fase di separazione/divorzio. Un percorso durante il quale i genitori chiedono ad un terzo imparziale di aiutarli a gestire le difficoltà emotiva ed organizzative, della frattura del legame coniugale. Gli accordi presi devono risultare condivisi, soddisfacenti per sé e per i bambini, rispettati nel tempo. La Mediazione si pone l’obiettivo di rendere la coppia protagonista, responsabile nella gestione del conflitto, nell’ottica di continuità genitoriale.
Due sono gli obiettivi fondamentali di questo intervento:
- guidare i genitori in conflitto a cercare delle soluzioni che siano reciprocamente soddisfacenti per sé e per i figli;
- recuperare una comunicazione funzionale che gli permetterà in seguito di rispettare gli accordi, e di poterne trovare altri in base all’evolversi dei bisogni di ogni membro della famiglia e dei cambiamenti che la vita porrà loro di fronte.
Durante il percorso si possono trattare tutte le tematiche riguardanti l’organizzazione della separazione (aspetti emotivi e “materiali”), perché sono una parte integrante degli scambi relazionali tra i componenti della famiglia, e sono oggetto di negoziazione nei nuovi accordi della coppia separata.
I  temi più discussi per quanto riguarda gli aspetti relazionali sono:
- l’affidamento dei figli, l’analisi dei bisogni di genitori e figli, la continuità genitoriale, le scelte educative, la comunicazione della separazione ai figli, la comunicazione tra i genitori, la relazione con gli eventuali nuovi compagni dei genitori, problematiche legate alla famiglia ricostituita.
La coppia sceglie le problematiche da patteggiare; può sentire il bisogno di portare in Mediazione solo alcuni temi affrontati nell’ambito di una separazione, avendo già elaborato per gli altri delle soluzioni trovate in perfetta autonomia. Questo percorso è utile in tutte le fasi di sviluppo della separazione/divorzio, perché si adatta alle diverse esigenze comunicate dalle diverse tipologie di coppie siano esse coppie in crisi (uno dei due partner è deciso per la separazione e l’altro non l’accetta, ma la decisione di separarsi è chiara per entrambi), coppie separate di fatto, coppie separate legalmente o coppie separate da tempo/divorziate.
La Mediazione Familiare è maggiormente interessata alle coppie con figli perché uno degli obiettivi è costituito dalla riorganizzazione delle relazioni familiari dal punto di vista della continuità genitoriale, dando importanza all’interesse dei figli.
In caso di coppie senza figli, si possono, con loro, applicare in maniera efficace delle tecniche di mediazione. La consulenza tratta i seguenti temi:
- espressione delle emozioni legate alla separazione, elaborazione del lutto della separazione, gestione del conflitto, riapertura dei canali comunicativi, rapporti con le famiglie d’origine.
Da tempo ci si chiede se sia opportuno far partecipare i bambini alle sedute di Mediazione familiare:
- per alcuni è inutile perché coinvolgerebbe i bambini nei problemi dei genitori;
- altri, al contrario lo ritengono opportuno perché permette ai bambini di intervenire in maniera attiva sul cambiamento delle relazioni familiari, stimolato dalla comunicazione dei loro vissuti e bisogni.
I mediatori solitamente lavorano solo con i genitori, preferendo una evocazione simbolica dei figli, lavorando tramite la narrazione e rappresentazione dei figli nei due genitori. Il rischio di tutto ciò, potrebbe essere che i minori, siano gravati di responsabilità che competono solamente gli adulti. Occorre però, restare flessibili e aperti su una loro eventuale convocazione, sui loro specifici bisogni, e alle richieste dei figli (se hanno un’età adeguata all’incontro, se sono stati preparati precedentemente in maniera idonea da parte dei genitori). Questo percorso si delinea attraverso delle fasi il cui sviluppo varia in base alle esigenze espresse dalla coppia in separazione.
Il processo si svolge attraverso dei passaggi chiave:
- la pre-mediazione: finalizzata a creare le condizioni emotive migliori affinché i partner siano disponibili a patteggiare sulle questioni inerenti i vari temi della loro separazione. Qui la coppia prende coscienza della decisione di separazione da parte di entrambi i membri della coppia. Con l’aiuto del mediatore essi fanno un bilancio personale, coniugale e genitoriale degli anni vissuti insieme e elaborano le motivazioni che li hanno portati alla separazione, le implicazioni emotivo – affettive connesse alla frattura della relazione;
- il contratto di mediazione: i genitori con l’aiuto del mediatore definiscono i temi che intendono discutere e riportare nel contratto, la sottoscrizione di questo contratto è un momento di impegno che i genitori assumono, reciprocamente, davanti al mediatore, ad intraprendere un percorso, rispettando le regole e condividendo gli obiettivi;
- la negoziazione ragionata: la negoziazione facilita l’esplorazione dei bisogni delle due parti, al di là delle posizioni rigide assunte, creando una buona relazione che permette alla coppia di trovare soluzioni condivise, e gestire autonomamente delle negoziazioni future;
- la redazione degli accordi: il mediatore stende gli accordi raggiunti in un progetto d’intesa che consegna ad entrambi i partner, ognuno può seguirne le indicazioni per riorganizzare la propria vita e quella dei figli. Il mediatore favorisce nuove modalità relazionali e comunicative, scrive un documento d’intesa contenente le condizioni di separazione negoziate nei singoli incontri nel rispetto degli interessi di ogni membro della famiglia.
Ponendosi in una posizione neutrale, il mediatore si limita a favorire forme di collaborazione stimolando i partner nell’esplorazione di soluzioni innovative e personalizzate.
Grazie a questo clima idoneo al rapporto empatico instaurato con la coppia, può sostenere ogni genitore nella ridefinizione della propria identità personale e nella negoziazione delle questioni relative alla separazione. Una delle caratteristiche della Mediazione risiede nella brevità, intensità e pragmaticità nella ricerca di soluzioni concrete a fronte della difficoltà della coppia. L’accento è posto sull’analisi della situazione attuale. La Mediazione facilita le interazioni familiari, è un metodo di lavoro strutturato che richiede specifiche competenze nella risoluzione del conflitto.
La psicologia giudiziaria nella mediazione dei conflitti costituisce un’area emergente che ha trovato applicazione nel campo familiare e poi si è ampliata in ambito penale. Lo psicologo giuridico, qui, è chiamato a favorire nelle persone coinvolte l’espressione delle proprie divergenze e il confronto delle diversità di posizione, potenziando la capacità di trovare accordi che possano essere condivisi e assunti responsabilmente, perché corrispondenti alle esigenze emerse da entrambe le parti. La Mediazione offre un supporto all’iter giudiziario sia in vista di una separazione/divorzio, sia a procedimento già avviato.
E’ importante che il percorso sia intrapreso prima dell’instaurazione di un giudizio in tribunale, e in caso sia già iniziato, si dovrebbe sospendere fino all’esito della Mediazione. I genitori possono consultare un proprio legale di fiducia in ogni momento lo ritengano opportuno. Gli accordi raggiunti in Mediazione non vincolano giuridicamente la coppia, la quale può decidere di rispettarli per riorganizzare la propria vita, o di sottoporli al proprio avvocato perché li trasfonda in un atto giuridico. L’avvocato e il mediatore hanno un ruolo tra loro autonomo e complementare. L’avvocato può fornire consigli e pareri elaborati in base alle proprie capacità professionali. Il mediatore fornisce informazioni di carattere legale, ma non può rilasciare pareri perché questi implicano un giudizio che andrebbe ad inquinare la neutralità cui è tenuto. Si deve pensare alla Mediazione Familiare in termini di affiancamento e integrazione al contesto giudiziario, è un intervento che ottiene maggiori risultati quando è il frutto di rapporti di collaborazione tra le diverse competenze, all’insegna del rispetto delle rispettive autonomie, poiché la separazione coniugale è un evento allo stesso tempo relazionale e giuridico. 
Dott.ssa Sara Drudi

Dottoressa in Psicologia, sta effettuando il tirocinio formativo presso la Obiettivo Famiglia Onlus di Pescara

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