lunedì 29 aprile 2013

GRAVIDANZA


Aspetti psicologici della gravidanza


Al momento dell’accertamento della gravidanza molteplici sono i sentimenti e le  emozioni sperimentate dalla donna. Alla gioia si accostano timori, incertezze, senso di realizzazione della propria vita, paura di non farcela, timore di non possedere “l’istinto materno”. I segnali del corpo confermano il cambiamento dallo stato psicologico di figlia, che inevitabilmente in questo momento si riattiva, sul piano delle emozioni, dell’esperienza con la propria madre. Ed è proprio il riconoscimento e il recupero di questa esperienza a consentire il reperimento dentro di se della capacità di essere oggi capace di dare cura.
Come ritenuto da molto autori, si può pensare alla gravidanza come un’ulteriore “fisiologica crisi” nel percorso di crescita e maturazione (Randaccio, De Paolo; 2004).  Una crisi necessaria per l’abbondono di fasi precedenti e all’acquisizione di un nuovo stato nella vita.
Sono però, in rapporto alle differenze individuali, le modalità di “entrata, superamento ed uscita dalla crisi” a determinare la possibilità di costruzione di quello che Stern ha descritto “assetto materno”.
I cambiamenti corporei sono correlati necessari al cambiamento psicologico, con il quale si integrano.
Per questo gli sviluppi nello studio della salute mentale hanno portato ad occuparsi dei disturbi psicopatologici che possono insorgere nella donna dal momento del concepimento fino al primo anno dal parto. In disaccordo con le prime teorie sulla gravidanza come un periodo di relativo benessere e quasi “immunità” dai disturbi psichici, attualmente risulta sempre più rilevante in letteratura la testimonianza di patologia psichiatrica in tale periodo (Giardineli, Cecchelli, Innocenti; 2008).
La gravidanza, per i profondi cambiamenti biologici, psicologici e sociali che comporta, può rappresentare un importante fattore di stress ed essere considerata sia agente eziologico per l’insorgenza di disturbi psichici in soggetti vulnerabili, che elemento favorente scompensi psicopatologico in donne già affette patologia psichiatrica.
I quadri clinici che più frequentemente si riscontrano in questo periodo sono i disturbi d’ansia e i disturbi dell’umore.
Il disturbo d’ansia, caratterizzato da preoccupazione eccessiva ed incontrollabile accompagnata da sintomi quali astenia, scarsa concentrazione, irrequietezza e disturbi del sonno, può preesistere alla gravidanza o insorgere in tale periodo, ma si pone il problema della diagnosi differenziale con il più comune vissuto di apprensione/preoccupazione della donna che aspetta un figlio. Generalmente tali preoccupazioni non interferiscono con il funzionamento normale della donna, a volte possono raggiungere una intensità pari al disturbo d’ansia. In questo caso è più appropriata comunque la diagnosi di disturbo dell’adattamento con ansia, dato che è identificabile un evento scatenante (la gravidanza) e la durata è inferiore solitamente ai sei mesi.
Secondo gli autori è importante non sottovalutare tali preoccupazioni della donna nel periodo perinatale in quanto è stato rilevato come coloro che hanno manifestato un disturbo d’ansia in gravidanza, abbiano una probabilità tre volte superiore di sviluppare un disturbo depressivo nel postpartum.
Il DOC disturbo ossessivo-compulsivo, durante la gravidanza ha una frequenza di poco inferiore ai dati sulla popolazione generale, mentre nel periodo postpartum è addirittura superiore. Il DOC ad esordio perinatale presenta delle caratteristiche sintomatologiche specifiche. Tutti gli autori concordano nel rilevare la presenza costante di ossessioni aggressive, soprattutto di far male al bambino, di pensieri intrusivi. Tale attitudine del pensiero, se associata ad una vulnerabilità genetica, neurologica in una donna in gravidanza e/o postpartum, può far esordire una patologia conclamata di tipo ossessivo compulsivo. 

Centro di Psicoterapia Familiare

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