Comunicare a
noi stessi il nostro stato d’animo spesso non è affatto semplice. Non solo, a
volte non siamo nemmeno consapevoli del nostro disagio affettivo e delle nostre
conflittualità psichiche, ma queste in qualche modo si manifestano. Come fanno?
Usano il corpo come valvola di sfogo.
Fin
dall'antichità si è sempre saputo che i sentimenti e le emozioni hanno una
certa ripercussione sull'organismo.
Lo stesso
Ippocrate (460 a.c.), descrisse quattro tipi di “umori”: il flemmatico,
difficile interlocutore poiché non mostra mai alcuna emozione e, di
conseguenza, non si sa mai cosa pensa. È soggetto a disturbi del metabolismo,
ai reumatismi e al diabete.
Poi troviamo
il collerico: d’umore litigioso, spesso insoddisfatto di se stesso
e degli altri. Ha una certa tendenza ai disturbi cardiaci, alle malattie del
fegato e della bile.
Il melanconico,
immerso nella sua tristezza è spesso in preda a crisi morali e si lascia andare
nella disperazione.
Infine,
il sanguigno, esuberante e risoluto, ma allo stesso tempo frivolo,
è portato a prendere alla leggera anche la sua salute.
Oggi non si
parla più di “umori” ma di “psicosomatica” ovvero
quella branca della medicina che pone in relazione la mente con il corpo,
nello specifico il mondo emozionale ed affettivo con il soma (il disturbo).
Scopo peculiare di questa scienza è occuparsi di rilevare e capire l'influenza
che l'emozione esercita sul corpo e le sue manifestazioni.
F. Alexander
(1891-1964), psicoanalista statunitense di origine ungherese, è stato il
principale ideatore della medicina psicosomatica. Secondo l’autore ogni stato
emotivo ha la propria sindrome fisiologica. In questo modo si possono
descrivere particolarità psicologiche dell'asmatico, dell'obeso, dell'ulceroso,
del coronare, del colitico, dell'anoressico, del bulimico e di altri ancora.
Seguirà ora
un breve elenco dei messaggi che possono nascondersi dietro patologie e parti
del corpo.
I Reumatismi: difficoltà
di adeguarsi ad una situazione vissuta come problematica. La difficoltà di
movimento diventa una limitazione auto-imposta. Paura per il futuro.
Apparato
respiratorio: rappresenta le vie di comunicazione (scambio tra
l'ambiente interno e l'ambiente esterno). Può segnalare un'assenza di gusto per
la vita, perdita di desiderio di continuare a vivere, o anche un senso di colpa
devastante.
Asma: rifiuto
di prendere contatto con qualcuno (o qualcosa) attraverso il respiro.
Allergie:
(sistema immunitario che si difende a vuoto): con l'esperienza allergica sperimentiamo
una vera e propria strategia difensiva nei confronti di sostanze esterne
vissute come estremamente pericolose e problematiche (le sostanze richiamano
alla memoria eventi, atteggiamenti, ricordi carichi di conflittualità). Può
essere interpretata come un timore inconscio del soggetto di venire in contatto
con sostanze "non conosciute" che potrebbero modificarlo. Spesso gli
individui che presentano questo disagio sono abitudinari, tendenzialmente
rigidi e poco tolleranti. La rabbia e l'eccitazione sono sentimenti che
l'allergico teme particolarmente e che, naturalmente, ritiene pericolosi.
Laringite: è un
modo di soffocare la comunicazione quando vi è la necessità di parlare con
qualcuno che è vissuto come un’ autorità.
Ipertensione: inibizione
nelle reazioni di collera e nei rapporti sessuali. Profondi sensi di colpa e
grande ansietà. Difficilmente nel rapporto c'è un reale coinvolgimento e
abbandono. Controllo continuo della realtà circostante. Riguarda soprattutto le
persone ambiziose e particolarmente competitive.
Apparato
digerente: queste sono le patologie psicosomatiche che si
verificano più di frequente. Riguardano situazioni che non sono state
"digerite", idee, alimenti o condizioni che rifiutiamo, che troviamo
ingiuste o che ci mandano in collera. Lo stomaco assorbe tutte le impressioni
che vengono dall'esterno, accoglie cioè quello che deve essere
"digerito".
Gastrite:
collegata alla collera perché non ci sente rispettati o apprezzati per quanto
valiamo. Il nervosismo e i disagi emotivi sono spesso responsabili. Rabbia
repressa.
Ulcera: collera
nei confronti di un evento che si è trovato ingiusto, ma davanti al quale ci si
sente impotenti perché non si riesce a cambiare assolutamente nulla.
Cistite:
rabbia trattenuta, frustrazione, delusione. Disagio a livello di coppia che si
manifesta proprio nei momenti in cui si è sotto pressione (rapporto sessuale
particolarmente problematico).
Stipsi: collegata
al fatto di trattenersi. Ci si trattiene per paura di disturbare, di non
piacere a qualcuno. Riguarda in particolar modo i soggetti che sono chiusi,
controllati, molto formali, avari e gelosi di ciò che posseggono. Offrono
sempre un'immagine "pulita", caratterizzata da grandi ideali e
particolare rettitudine.
Diarrea: si
è meticolosi, pignoli e, soprattutto, maniaci per l'ordine. Facilità al pianto,
senso di stanchezza, insonnia, palpitazioni e depressione.
Colite: desiderio
di trasgredire, timore di prendersi le responsabilità e sentirsi
particolarmente "sporchi" quando ci si arrabbia.
Bulimia: collegata a un profondo senso di vuoto ed alla percezione della propria "inutilità". Immagine esteriore nettamente in contrasto con quella interiore. Le persone, con questo particolare disagio, tendono a vivere una vita felice in pubblico e una vita infelice in privato.
Obesità: si possono manifestare conflitti di svalutazione. Spesso il cibo sostituisce il bisogno di altre gratificazioni profonde, soprattutto affettive. Nascondersi, annientarsi, annullarsi, queste sono le fantasie di chi, coprendosi d'adipe, crede di nascondersi e scomparire.
Bulimia: collegata a un profondo senso di vuoto ed alla percezione della propria "inutilità". Immagine esteriore nettamente in contrasto con quella interiore. Le persone, con questo particolare disagio, tendono a vivere una vita felice in pubblico e una vita infelice in privato.
Obesità: si possono manifestare conflitti di svalutazione. Spesso il cibo sostituisce il bisogno di altre gratificazioni profonde, soprattutto affettive. Nascondersi, annientarsi, annullarsi, queste sono le fantasie di chi, coprendosi d'adipe, crede di nascondersi e scomparire.
Acne: sul
volto, denota un rifiuto della propria
personalità. Sul corpo, può tradurre il desiderio di non
venire toccati, che ci lascino stare.
Vitiligine: può essere collegata alla vergogna, a un proprio comportamento sessuale.
Vitiligine: può essere collegata alla vergogna, a un proprio comportamento sessuale.
Orticaria: molto
spesso è collegata ad una situazione invivibile e che non si può più
sopportare. Forte tendenza ad atteggiamenti passivi nei contatti umani, scarsa
tolleranza all'ansia; elevata vulnerabilità nei rapporti sentimentali ed
insicurezza nel comportamento.
Eczema: molto spesso è collegata alla paura, all'insicurezza, all'ansia e all'incertezza.
Eczema: molto spesso è collegata alla paura, all'insicurezza, all'ansia e all'incertezza.
Psoriasi: spessa
corazza per isolarsi dal mondo. Vengono colpite, in genere, persone
ipersensibili che hanno un gran bisogno dell'amore degli altri. Sono
terrorizzate di venire ferite da una o più persone del loro ambiente, oppure si
sentono obbligate a soddisfare le aspettative, cosa che provoca inevitabilmente
irritazione.
Candida: bisogno
costante di purificazione. Bisogno di mostrare la propria pulizia morale, a
dispetto del comportamento particolarmente trasgressivo.
Balbuzie: segnala una grande insicurezza (nell'infanzia) nei confronti di una persona che indica l'autorità.
Balbuzie: segnala una grande insicurezza (nell'infanzia) nei confronti di una persona che indica l'autorità.
Cefalea: dietro
al mal di testa troviamo spesso un individuo con un grande orgoglio e mania di
perfezione. La testa rappresenta "l'alto", il corpo esprime il
"basso" (pensiero - sentimento). Quindi, chi accetta e vive soltanto
ciò che è razionale, ragionevole e logico, perde ben presto il suo
"rapporto con la parte bassa". Scarsa capacità di esteriorizzare le
emozioni. Collera repressa, aggressività, ansia e disagio nei rapporti
interpersonali.
Eiaculazione
precoce: profonda paura e ansia incontrollata di sperimentare
fino in fondo le emozioni forti a lasciarsi andare all'istinto, caratteristiche
di chi vuole mantenere la "mente fredda" e il controllo razionale.
Tale sintomo mima anche la "scarica incontrollata" dell'aggressività
nei confronti della donna, non agita nel comportamento.
Disturbi
visivi: miopia comportamento
di chiusura, gli occhi non vedono più ciò che non piace. Si considera più da
vicino tutto ciò che ci circonda. A volte la miopia va a "sfuocare"
un mondo affettivo povero o ostile. Presbiopia, trascurare le
piccolezze quotidiane. Cateratta, il futuro viene vissuto in
modo triste e senza nessuna speranza di miglioramento. Glaucoma:collegato
a difficoltà di vedere la vita a seguito di un disagio emotivo di lunga durata.
Vertigini:
insicurezza nei confronti di situazioni ignote. In chiave simbolica essa
richiama la mancanza di punti di riferimento affettivo che ostacola la persona
a strutturare un equilibrio interiore stabile.
Insonnia: insoddisfazione
ed attese. L'insoddisfazione riguarda i problemi quotidiani, angoscia di non
essere all'altezza. C'è sempre un timore a lasciarsi andare; indica debolezza e
vulnerabilità (uomo); diventa sinonimo di sudditanza e prevaricazioni (donna).
Nella difficoltà a prendere sonno una "parte di noi" non vuole
perdere il controllo perché teme di incontrare le emozioni profonde (che
durante il giorno riesce a tenere sotto controllo).
Tiroide: senso
di dolore e tristezza profonda.
Enuresi: può
essere una richiesta di attenzione, ma a volte segnala la paura nei confronti
di uno dei genitori (autoritario o che ha grandi aspettative per il figlio). E'
comunque un modo di manifestare inconsciamente il proprio bisogno di spazio.
Articolazioni: Le
persone che soffrono di dolori articolari sono quasi sempre molto esigenti nei
confronti di se stessi o della propria cerchia. A volte appaiono agli altri
come molto flessibili, ma la loro docilità è dettata dalla paura. Sono presenti
sentimenti di collera e un senso di rivolta, tenuti entrambi sotto silenzio.
Cervicale: chi
soffre ripetutamente di questo particolare dolore tende ad essere dominato da
un’attività riflessiva esagerata e da una grande ostinazione. Segnali, questi,
che rivelano una scarsa cedevolezza nei confronti delle proprie emozioni, del
desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi. Questi tipi di sofferenza si
legano frequentemente a un eccessivo dominio del “mondo” della testa
(razionale) sugli istinti.
Cuore: sforzi
per riuscire a vivere e ad essere felici.
Dolore ai
fianchi: paura di intraprendere nuovi cammini o immobilità
nella propria vita. Può indicare resistenza ai cambiamenti e al movimento.
Dolore al
collo: compare nelle persone che vivono uno stato di
inflessibilità, rigidità, severità e autodisciplina.
Dolore al
gomito: resistenza ad un cambiamento nella propria vita.
Dolore
all’osso sacro: si sta trascurando una situazione che deve essere
sbloccata e risolta.
Dolore alle
braccia: si sta portando un grande carico emozionale.
Dolore alle
caviglie: non ci si concede il diritto al piacere.
Dolore alle
gengive: è collegato a decisioni che non vuoi prendere o che
non tolleri.
Dolore alle
mani: incapacità di connettersi con gli altri. Forse, in
senso figurato, non si sta tendendo la mano al prossimo.
Dolore alle
spalle: indica che si sta facendo carico di un’ emozione,
che la sta “portando sulle spalle”. Non si ha il controllo sulle situazioni.
Dolore che
causa stanchezza: indica noia, resistenza ed apatia.
Fegato: i suoi
problemi sono determinati da inquietudini, da preoccupazioni oppure da un
rifiuto ad adattarsi. Si ingerisce più di quanto si possa elaborare. Indica
smoderatezza, eccessivi desideri espansionistici e ideali troppo alti.
Intestino: i
problemi a questo organo riguardano paure e credenze che ci
inducono alla ritenzione o alla non-accettazione.
Reni:
(intuizione e ragione), essi rappresentano la socialità, sono organi di
contatto. Presenza di conflitti interpersonali.
Il polso: è
coinvolto nei rapporti interpersonali (dare la mano), denota l'equilibrio tra
rigidità e flessibilità.
Il ginocchio: (condizione
di inferiorità) il dolore può esprimere il grande disagio a vivere delle
situazioni "umilianti": rifiuto di sottomettersi.
La
pelle: Le malattie dermatologiche indicano un disagio
nascosto. Come eczema e psoriasi che segnalano una personalità vulnerabile e in
crisi. Senza dubbio, comunque, essa rappresenta la nostra protezione nei
confronti dell'ambiente esterno.
Dolore
muscolare: rappresenta la difficile capacità di muoverci nella
vita. Indica quanto si è flessibili con le nostre esperienze nel lavoro, a casa
e con noi stessi.
Mal di denti: non
piace una determinata situazione in cui ci si trova.
Mal di
schiena: parte superiore, mancanza di supporto
emozionale, solitudine. Parte centrale (torace), indica senso di colpa,
paure inespresse, emozioni represse, odio e rancore. E’ la chiusura del cuore.
Il nostro corpo, sotto l’effetto di una umiliazione, tende a “piegarsi” o
meglio a “ripiegarsi” su se stessi. Parte bassa della schiena (lombare):
preoccupazioni economiche e senso di inadeguatezza e incertezza.
Mal di
stomaco: si verifica quando “non hai digerito una
situazione”. Lo stomaco è uno degli organi più sensibili e dove si somatizza di
più. Molto probabilmente riguarda una situazione in cui si è stati giudicati
negativamente o comunque ha a che fare col rapporto emotivo con le altre
persone.
Mal di testa:
limita il processo decisionale. Le emicranie compaiono quando viene presa una
decisione, ma non si agisce.
La vera salute nasce dall’equilibrio tra la
rappresentazione che abbiamo di noi come corpo
e quella di noi come mente. L'ipotesi
che sta alla base della medicina psicosomatica è quella dell'unità funzionale
di soma e psiche. La filosofia di questa terapia è, pertanto, quella di fornire
informazioni utili a conoscere e colloquiare con il proprio corpo, a
rilasciarlo, a scoprire i canali di comunicazione più vicini a noi stessi.
Scopo di
questo articolo non è quello di sottovalutare gli accertamenti medici, ma di
trovare un canale di comunicazione attivo tra le nostre componenti emotive e le
nostre componenti fisiche.
Dott.ssa Luisana Di Martino
Laureata in Psicologia e tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus di Pescara
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