Crisi extraconiugale: perché si
tradisce
La scoperta o la rivelazione di un
tradimento rappresenta una delle circostanze che più sconvolgono l’assetto di
una coppia.
Non è possibile identificare uno
stesso modo di reagire ad un tradimento perché ogni coppia, che attraversa una
crisi con questa modalità di espressione, attribuirà i più svariati significati e le più singolari motivazioni
all’accaduto che sono legati alla fase di vita della coppia, al personale
sistema di valori di ogni partner, alle dinamiche individuali e di coppia, come
anche al sistema socioculturale di appartenenza.
Le sensazioni classiche da parte
di entrambi i membri coinvolti sono disorientamento e irrazionalità, come se si
venisse travolti da un uragano, l’uno con la convinzione di averlo subito, l’altro
membro con la consapevolezza di essergli andato incontro.
Quando la scelta di tradire
avviene in coppie con matrimoni di lunga data ed entrambi richiedono l’intervento di un
terzo competente quale lo psicologo o lo psicoterapeuta, la crisi e il
tradimento devono essere inquadrati come un’opportunità di poter sviluppare
schemi relazionali di sostegno reciproco che siano più funzionali ai
cambiamenti a cui la coppia viene inevitabilmente sottoposta nel tempo.
Di fronte ad una relazione
extraconiugale in matrimoni di lunga durata la sopravvivenza del legame e del
patto coniugale è sicuramente in pericolo più che in ogni altra crisi del ciclo
vitale della coppia, che sia il distacco
dalle famiglie d’origine o la nascita dei figli.
La stabilità di un matrimonio,
soprattutto se decennale, porta i coniugi alla convinzione di aver raggiunto le
vette più ambite che sono appunto l’unione e la famiglia. In verità proprio
tale raggiungimento di obiettivi mette in discussione quelli che sono i bisogni
reali di ognuno di loro soprattutto in vista dell’innalzamento dell’età. Il contratto
coniugale viene revisionato, rivalutato in virtù di una nuova ricerca di
equilibrio tra dipendenza/indipendenza, autonomia e gli schemi classici a cui
sono abituati che soffocano i reali bisogni individuali.
La crepa che va a prodursi
diventa un fertile terreno per far sorgere una crisi extraconiugale. È possibile
identificare quelli che sono i segnali dell’insorgere di una crisi del genere
in cui ricorrere a una relazione extraconiugale appare una soluzione appetibile:
-
Evitamento costante dei conflitti: le
conflittualità sono nascoste o tenute fuori dal matrimonio e il rapporto è
mantenuto rigidamente stabile. Tuttavia l’apparente fiducia è una base poco
solida in quanto non si basa sulla soddisfazione vicendevole di necessità
reali;
-
Evitamento dell’intimità: alcune coppie prevedono
un rapporto privo di intimità sin dall’inizio, altre ci arrivano nel tempo. Il distacco
emotivo che si crea dall’impossibilità di condividere sensazioni personali e
problemi limita il vissuto emotivo dei coniugi, pertanto una nuova avventura
serve a riaccendere sessualmente ed emotivamente il coniuge per confermare la
sua capacità di desiderare ed essere desiderato;
-
Rapporti sessuali insoddisfacenti: quando uno o
entrambi i coniugi rinunciano ad affrontare problemi sessuali quali
disfunzioni, mancanza di desiderio, di sensibilità sessuale o l’utilizzo del
sesso come imposizione di potere;
-
Il mito del matrimonio e della famiglia ideale:
sono quei coniugi considerati coppie ideali, ma che fondano la loro relazione
sulla famiglia più che sul reale legame intimo ed emotivo;
-
Squilibrio di potere nel rapporto: il blocco della
coppia resta tale perché nessuno dei due si sente in grado di fare il primo
passo per romperlo. Si avalla l’idea che la simmetria tra i due sia necessaria
non riconoscendo l’importanza di esprimere la propria diversità;
-
Sfide alla struttura coniugale: tipico della
nostra società in cui i ruoli tra moglie e marito sono delineati anche dalle
posizioni socio economiche. Pertanto se una moglie persegue obiettivi
lavorativi che la portano a guadagnare più del marito si può creare uno
sbilanciamento di potere nella relazione che spinge l’altro alla ricerca di
conferme del suo ruolo di “maschio” in relazioni extraconiugali. Lo stesso
accade quando è il lavoro ad assorbire pienamente l’uomo lasciando la donna in
uno stato di solitudine.
L’intervento terapeutico con
coppie in cui uno dei partner ha tradito o continua a tradire prevede un lungo
percorso di rivelazione reciproca. Il sistema include simbolicamente anche la
presenza del terzo (amante) che non può essere escluso nella ricostruzione
delle dinamiche che la coppia porta in terapia. Il primo passo è rappresentato
dall’assunzione da parte di entrambi delle responsabilità delle proprie azioni
e dal riconoscimento delle conseguenze che esse hanno e avranno sul coniuge e sulle
altre persone della famiglia. L’obiettivo da raggiungere diventa la “scelta del
coniuge tradito” nella sua totalità, ossia l’intenzione di impegnarsi nel
rapporto per raggiungere nuovamente una vera intimità domestica, in tutti i suoi
più velati significati.
"La Crisi della Coppia" Cortina Editore 1999
Dott.ssa I. Siena