La domanda che nessuno di noi vorrebbe pronunciare è proprio
questa: "Perché mi hai tradito?" e non solo in una relazione di coppia, ma in
tutte quelle relazioni in cui investiamo i nostri sentimenti.
Essere
traditi è un brutto colpo, l'autostima
finisce per abbassarsi, la fiducia negli altri diminuisce a dismisura, si
avverte una mancanza di rispetto. Il tradito agli occhi degli altri e per
ristabilire un proprio equilibrio interno spesso, indossa i panni della vittima
e trasforma l'altro in carnefice. Delle
responsabilità si fa carico chi tradisce e il tradito diventa la vittima
innocente che non riesce a comprendere il gesto subito. La maggior parte delle
volte i tentativi di dialogo sono evitati e la relazione si chiude.
Sarebbe sicuramente più giusto, ma sicuramente per se stessi
e socialmente meno accettabile se anche il tradito si facesse carico delle
proprie responsabilità in modo tale da uscire dal ruolo di vittima ed essere in
grado di fare i conti con la realtà.
E se il tradimento fosse solo la goccia che fa traboccare il
vaso? Se fosse solo il segnale che questa coppia non funziona?
Cosa spinge il traditore?
In psicologia il tradimento di solito è visto come una
segnalazione,cioè un modo per mettere in evidenza un malessere. È evidente che
se nella relazione non ci fosse un effettivo problema, non si avrebbe la voglia
di cercare supporto altrove. Questa non è una giustificazione al tradimento, ma
solo un punto di vista che a volte viene sottovalutato. La mancanza di rispetto
che è alla base del tradimento è sicuramente un punto chiave e forse molto
spesso un punto di non ritorno, ma allo stesso tempo sono da tenere in
considerazione gli aspetti che si celano dietro questa mancanza. Spesso non
riusiamo ad esprimere realmente il nostro essere, i nostri sentimenti perché
imprigionati in delle regole che non riusciamo a trasgredire. Il giudizio degli
altri diventa il motore delle nostre azioni. Restiamo imprigionati in una
relazione perché ci fa paura lasciare l'altro quando non lo si ama più. Ogni
giorno si notano difetti nell'altro, incomprensioni, mancanze, ma pur di
evitare il giudizio si evita di parlarne, si finge,ci si tradisce.
La
comunicazione che dovrebbe essere il
motore di ogni relazione perché permette un'ottima conoscenza dell'altro e l'evitamento delle incomprensioni diventa una sconosciuta o addirittura un mezzo
per ferire l'altro. Il tradimento diventa a volte una valvola di sfogo
l'espressione della vera individualità, nel nuovo partner si cerca di stabilire
degli equilibri che mancano, di sopperire a delle mancanze, anche se a volte si
ricade nella stessa trappola.
Alla luce di tutto ciò siamo ancora convinti che esistano
vittime e carnefici quando c'è un tradimento?
Dott.ssa Francesca Cappabianca
Tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus di Pescara
Nessun commento:
Posta un commento