Fasi psicologiche della gravidanza
A livello fisiologico i nove mesi di gestazione sono un
tempo preparatorio sia perché l'embrione e il feto possano maturare e crescere
fino a diventare un individuo pronto ad affrontare la vita al di fuori dell'utero materno,
sia perché il corpo della madre possa gradualmente prepararsi ad accogliere un
corpicino che cresce e modificarsi per aiutarne la nascita. Accanto a questo
insieme di fitti cambiamenti fisiologici, non sono mai da dimenticare gli
altrettanto intensi mutamenti psicologici che la madre attraversa durante la gravidanza, che sono da
considerarsi propedeutici a renderla, anche dal punto di vista psicologico, una
madre pronta a prendersi amorevolmente cura del suo bambino. Si immagini per
assurdo che la gravidanza si svolga nell'arco di una settimana. In tal caso la
nostra specie avrebbe avuto veramente poche probabilità di arrivare fino ai
giorni nostri. In un tempo così breve non sarebbe infatti possibile sviluppare
il senso di attaccamento così profondo che legano una madre e un bambino nei
nove mesi di gestazione e che consentono al bambino di poter contare su un
accudimento che lo accompagnerà costantemente soprattutto nei primi anni di
vita. Anche in natura, più è lunga la gestazione nelle specie animali, più i
cuccioli necessitano di lunghe cure materne anche dopo la nascita, prima di
diventare individui autonomi.
Ecco perché il tempo psicologico
della gestazione è un fattore chiave su cui ogni donna in gravidanza dovrebbe soffermarsi a riflettere.
Durante questi lunghi mesi la donna
incinta vede alternarsi fasi psicologiche molto diverse tra loro.
Il primo trimestre è un
momento di shock e di improvvisa necessità di assestamento sotto nuovi
equilibri. Da un lato i veloci mutamenti ormonali e
fisiologici che da subito interessano il corpo femminile (anche se spesso non
ancora visibili) possono creare alla donna alcune difficoltà come stanchezza, nausea, cambiamenti
di umore, dall'altro la delicatezza di questa prima fase della gravidanza non
consente pienamente alla donna di gioire dell'evento che le sta capitando.
È relativamente
frequente in questo periodo assistere ad interruzioni spontanee e precoci della
gravidanza. L'ansia che si
possa verificare questa eventualità, accompagnata alla mancanza di segnali dal corpo
che possano far sentire la vitalità del bambino, sono elementi che accomunano
la maggior
parte delle donne in questa fase.
Vi sono poi le preoccupazioni circa lo stato di salute del proprio bambino. Stati d'animo molto comuni sono la preoccupazione che il bambino cresca nel modo adeguato, che non abbia malattie genetiche, malformazioni o altre patologie. Da questo punto di vista, farsi costantemente seguire dal personale medico o ostetrico è un modo per trovare risposte a dubbi e paure che sono del tutto legittimi e comprensibili. È molto importante durante la gravidanza farsi accompagnare lungo tutto il percorso da persone, sia dal punto di vista professionale che umano, in grado di accogliere senza giudizio le preoccupazioni e gli stati d'animo della madre.
Vi sono poi le preoccupazioni circa lo stato di salute del proprio bambino. Stati d'animo molto comuni sono la preoccupazione che il bambino cresca nel modo adeguato, che non abbia malattie genetiche, malformazioni o altre patologie. Da questo punto di vista, farsi costantemente seguire dal personale medico o ostetrico è un modo per trovare risposte a dubbi e paure che sono del tutto legittimi e comprensibili. È molto importante durante la gravidanza farsi accompagnare lungo tutto il percorso da persone, sia dal punto di vista professionale che umano, in grado di accogliere senza giudizio le preoccupazioni e gli stati d'animo della madre.
Il secondo trimestre appare
come un periodo nettamente diverso. Da un lato è possibile rasserenarsi
maggiormente circa l'eventualità di un aborto spontaneo (evento molto meno
frequente in questa fase) e dunque "concedersi di mentalizzare"
veramente l'idea che si sta per diventare genitori. Dall'altro lato, anche lo
stato fisico della madre ritrova rinnovato benessere ed
energia, che rendono questi mesi della gravidanza come forse i migliori sia dal
punto di vista fisico, che psicologico.
Anche dal punto di vista della sessualità, il rapporto di coppia potrebbe trovare un giovamento. Nelle prime fasi il timore di poter nuocere all'embrione in una fase altamente delicata condiziona molte coppie dall'avere una vita sessuale soddisfacente. Il secondo trimestre sembrerebbe essere il momento più adeguato anche per ritrovare una maggiore intimità, grazie al fatto che ancora il corpo della donna consente una certa agilità nei movimenti.
In questo periodo si assiste poi ad uno straordinario mutamento nella psicologia materna. La percezione dei movimenti fetali dentro il proprio corpo rendono finalmente "vivo e reale" il bambino. Questa costante comunicazione intrauterina tra la madre e il bambino, fatta di scambi e di percezioni, è una pietra miliare del rapporto psicologico tra i due e lo diventa anche tra il bambino e il padre, nel momento in cui i movimenti iniziano ad essere percepibili anche dall'esterno. Da questi primi sussulti e colpetti si gettano le basi per la formazione di quell'inscindibile legame affettivo che unisce un figlio ai propri genitori.
Anche dal punto di vista della sessualità, il rapporto di coppia potrebbe trovare un giovamento. Nelle prime fasi il timore di poter nuocere all'embrione in una fase altamente delicata condiziona molte coppie dall'avere una vita sessuale soddisfacente. Il secondo trimestre sembrerebbe essere il momento più adeguato anche per ritrovare una maggiore intimità, grazie al fatto che ancora il corpo della donna consente una certa agilità nei movimenti.
In questo periodo si assiste poi ad uno straordinario mutamento nella psicologia materna. La percezione dei movimenti fetali dentro il proprio corpo rendono finalmente "vivo e reale" il bambino. Questa costante comunicazione intrauterina tra la madre e il bambino, fatta di scambi e di percezioni, è una pietra miliare del rapporto psicologico tra i due e lo diventa anche tra il bambino e il padre, nel momento in cui i movimenti iniziano ad essere percepibili anche dall'esterno. Da questi primi sussulti e colpetti si gettano le basi per la formazione di quell'inscindibile legame affettivo che unisce un figlio ai propri genitori.
L'ultima fase della gravidanza vede ancora momenti altalenanti. Il tempo del parto si avvicina e così anche l'idea di poter conoscere veramente il proprio figlio. Durante la gravidanza la mente dei genitori ha costruito dentro di sé un "bambino immaginario", frutto delle fantasie maturate nel corso dei mesi. Con la nascita del bambino, i genitori incontreranno invece il loro "bambino reale", che nella maggior parte dei casi sarà diverso da quello che avevano immaginato o sperato. Questa fase può creare alcuni sconvolgimenti, che necessitano di un tempo di elaborazione psicologica tanto superiore, quanto maggiore sarà lo scostamento rispetto a quello che ci si era aspettati (si pensi alla speranza di avere un figlio sano e veder nascere un bambino con alcune difficoltà o patologie).
L'ultima parte della gravidanza si confronta poi con il tema del parto. Il corpo della donna diventa sempre più "ingombrante", la fatica fisica si fa sentire e nella mente della donna diventa sempre più presente il pensiero al travaglio e al parto. Mentre molte donne vivono questa attesa con naturalezza e come parte fisiologicamente integrante del processo, altre donne soffrono di una vera e propria ansia all'idea di provare dolore, perdere il controllo del proprio corpo, essere ospedalizzate o provano paura all'idea che il proprio corpo possa essere trasformato o lacerato in modo irreversibile. Anche in questo caso i corsi di preparazione al parto sono fondamentali sia per dare nozioni pratiche utili a sedare il senso di angoscia o preoccupazione, sia per avvicinarsi psicologicamente per tempo a questo evento.
In tutte queste alterne fasi psicologiche della gravidanza, è da sottolineare l'indispensabile ruolo che il partner della donna svolge durante l'intero percorso. Poter costantemente contare su un compagno sensibile, empatico ed accogliente è uno degli aspetti chiave che fa sentire la donna "forte" nell'attraversare le fragili e oscillanti "altalene" psicologiche della gravidanza.
-Rappresentazioni
materne dell’essere genitore:
Stern definisce il “senso dell’essere
madre” come la nuova identità psicologica della mamma che si definisce solo
alla nascita fisica del bambino. Ogni neo-mamma sviluppa un assetto mentale
fondamentalmente diverso da quello precedente. L’assetto materno, non nasce con
il parto, ma emerge gradualmente dal lavoro profondo e intimo cumulatesi nei
mesi precedenti all’effettiva nascita. Man mano che il feto cresce e si
sviluppa nell’utero, il bambino è soggetto ad uno sviluppo nella mente della
madre, le rappresentazioni materne del feto aumentano di ricchezza e
specificità dal quarto mese di gravidanza quando, le mamma cominciano a sentire
i movimenti del bambino in modo più definito. Nello scenario psichico della gravida, emergono
conflitti e fantasie che prepotentemente riemergono dal passato, per andare ad
intrecciarsi con la nuova modalità relazionale che la donnaora, mette in atto
con il partner, con la madre, e nella relazione in germe col “bambino
immaginario”. In questo senso la maternità assume una connotazione di intimità
e di profondità, che, in condizioni di normalità, consente alla donna di
riorganizzare la propria identità personale (Stern, Bruschweiler-Stern, 1997). Si è riscontrato inoltre, che tra il
settimo e il nono mese, le mamma tendono a disfarsi delle rappresentazioni più
positive in modo da prevenire le delusioni. Durante la gravidanza e anche
successivamente, la donna attribuisce al marito un’identità diversa che è
quella di padre del bambino più che di compagno e spesso queste attribuzioni
sono accompagnate da minor desiderio sessuale da parte della donna.
-Rappresentazioni paterne:
Parallelamente
ad un mutamento in campo sociale della figura maschile, pare aumentare la
tendenza ad una partecipazione sempre più significativa alla gravidanza della
partner da parte degli uomini.
L’uomo deve operare una ridefinizione dei
compiti genitoriali concretamente, entro una relazione di coppia data, nella
quale vengono rinegoziate le “regole” del rapporto quando si programma insieme
la nascita di un figlio. La costruzione di una propria individuale identità paterna,
contestualizzata attraverso la considerazione della relazione con la partner,
nella fase evolutiva di accoglimento del “terzo” che rappresenta la prova
evidente di una relazione d’amore. L’uomo vive l’identificazione paterna in
modo più difficoltoso, soprattutto nel rappresentarsi il feto come bambino
reale. Durante l’attesa di un figlio acquista, anche per l’uomo, un peso
significativo il poter ripercorrere le tappe della vita precedente per trovare
un filo conduttore con i propri genitori e le generazioni precedenti, che
permetta di ricreare un rapporto di intimità con la propria famiglia di
origine. Il contributo di Beaton, Doherty e
Rueter (2003), a questo proposito, mette in evidenza che aver percepito discordanza tra i genitori, così come
ritenere di avere avuto un padre competente nelle funzioni genitoriali, siano,
per i cosiddetti “padri in attesa”, fattori associati rispettivamente ad un
coinvolgimento nella gravidanza di tipo
positivo, e ad un coinvolgimento intenso. Il passaggio alla
genitorialità, per i soggetti di sesso maschile, sembra essere caratterizzato
più dall’assunzione di una nuova identità sociale che non dalla
ristrutturazione emotiva ed affettiva. La nuova identità è fortemente
influenzata dalla rappresentazione mentale e simbolica del proprio
genitore, la
quale viene riletta e risignificata sulla base della funzione culturale e
sociale che la figura del padre racchiude a livello simbolico.
-Essere
padre e sentirsi padre:
E'
importante per il padre costruirsi un proprio spazio mentale in cui far entrare
il figlio già dal momento della gravidanza. Il padre infatti non subisce i
cambiamenti fisici della madre, che la aiutano a ripensarsi nel nuovo
ruolo. Anche nella fase dell'allattamento, che ribadisce ancor di più
l'attaccamento madre-figlio, il padre deve essere in grado di ritagliarsi un
ruolo nelle funzioni di protezione e assistenza.
L'essere padre è un riconoscimento da parte dell'uomo di funzioni e
responsabilità. Il sentirsi padre è invece la percezione emotiva della
paternità, la capacità di costruirsi un'immagine accanto al proprio bambino.
Per questo è necessario che il padre sia attivamente presente fin dalle prime
fasi di vita del piccolo. Anche la madre dovrebbe essere in grado di favorire
questa presenza, facendosi ogni tanto da parte. L’essere padre assume attualmente un’accezione
diversa da quella di “detentore di autorità” e madre come “figura biologica che
agisce per istinto”. Si sta assistendo quindi alla nascita di un nuovo modello di famiglia
caratterizzato da un rapporto paritario con il partner e un legame più intimo e
profondo con i figli. Ed è un cambiamento importante nel ruolo del padre
rispetto alla tradizione, anche se nella cultura e nella legislazione il
riconoscimento sembra procedere con molta lentezza.
Centro di Psicoterapia Familiare
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