Avete mai provato la sensazione di sentirvi
soffocati, invasi e frustrati? Se la risposta a tale quesito è SI, è probabile
che si sia verificata nella vostra vita una rottura dei propri confini o
addirittura un loro non riconoscimento.
I confini personali sono i limiti che definiscono
dove inizia e finisce il nostro spazio personale fisico, emotivo e mentale.
Questi margini, naturalmente sono flessibili, allargabili o no a secondo del
tipo di relazione che vogliamo stabilire con gli altri (con il/la partner, in
società, in famiglia, con i colleghi...) e a secondo della situazione in cui ci
troviamo.
Edward T. Hall, un antropologo statunitense, nel corso dei suoi
studi si è occupato prevalentemente di prossemica, ovvero lo studio del rapporto tra comunicazione ed
uso degli spazi interpersonali, individuandone quattro tipi:
·
distanza intima (0-45 cm). Questa è la più vicina al nostro corpo, poiché
in essa si verificano diversi fenomeni emozionali, per cui possono accedervi
soltanto persone con le quali si sia stabilito un rapporto di intimità
(genitore - figlio, coppia).
·
distanza amicale/personale (45-120 cm). Caratterizza le relazioni tra conoscenti che si
sentono a proprio agio. Alla zona personale possono accedere familiari, amici,
colleghi e tutte quelle persone con le quali di solito si hanno rapporti di
affabilità. Questa distanza ci permette di essere maggiormente obiettivi e meno
invischiati come accade nella relazione intima.
·
distanza sociale (1,2-3,5 metri). È lo spazio riservato ai contatti sociali meno
profondi, più convenzionali e formali.
·
distanza pubblica (oltre i 3,5 metri). Riguarda le pubbliche relazioni, incontri di
lavoro, seminari, cerimonie, conferenze e spettacoli... Tale distanza è
regolata, di solito, da precisi protocolli e spesso stabilisce il potere di un
individuo sugli altri.
Naturalmente la quantità di spazio di cui ognuno
di noi ha bisogno è soggettiva poiché in alcuni casi può essere maggiore, in
altri minore. Spesso, però, per paura di offendere l’altra persona o per quieto
vivere non esercitiamo il diritto di rispettate i nostri confini e lasciamo che
l’altro invada il nostro spazio, manipolandolo o obbligandoci a fare qualcosa
contro la nostra volontà, ed è proprio in questi casi che ci sentiamo sopraffatti.
È fondamentale, quindi, definire e conoscere i
propri confini e far in modo che essi vengano rispettati in qualsiasi
relazione al fine di non creare né dipendenza né troppa distanza. Trovare il
proprio equilibrio è basilare e allo stesso tempo, è necessario che esso sia
dinamico.
Come facciamo allora a identificare i nostri
confini? È necessario conoscere se stessi, riconoscere e sentire le proprie
reazioni emotive, il pensiero che queste emozioni ci suscitano e quali azioni
mettiamo in atto per gestirle. Queste sono una guida infallibile, perché quando
qualcuno cerca di invadere il nostro spazio, è il corpo che per primo lo
segnala, ma questo non è altro che il propagarsi della reazione che abbiamo
provato a livello emotivo.
Quando ci sentiamo a disagio, infastiditi,
frustrati, arrabbiati, delusi dopo un commento o un comportamento è importante
capire il perché quelle parole o quegli atteggiamenti hanno
provocano in noi quelle sensazioni o reazioni. Non bisogna reprimere ciò che
stiamo ‘sentendo’ perché faremmo un danno solo a noi stessi accumulando stress
e tensioni che potrebbero poi sfociare in una reazione esagerata.
Se conosciamo i nostri confini, difficilmente chi
si troverà di fronte a noi potrà invadere il nostro spazio. Se non riusciamo a
comunicare in primis a noi stessi e poi agli altri qual è il nostro spazio, non
facciamo altro che consegnare il nostro potere personale in mano all’altra
persona. Quindi, come spesso accade, non è l’altro che ci invade, ma siamo noi
che lasciamo i cancelli aperti e ci facciamo mettere “i piedi in testa”.
In conclusione appare chiaro come rispettare e conoscere se stessi è
fondamentale per ottenere anche il rispetto e riconoscimento altrui.
Dott.ssa
Luisana Di Martino
Laureata in Psicologia a Chieti (CH) e tirocinante
presso la Obiettivo Famiglia Onlus di Pescara (PE).
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