Disturbi della sfera sessuale femminile
Disturbi della fase
appettitiva
Alla
prima fase appettitiva si associano tre disturbi del desiderio: basso desiderio
o desiderio sessuale inibito, avversione sessuale, desiderio eccessivo.
Disturbo da Desiderio
Sessuale Ipoattivo: la caratteristica
essenziale di questo disturbo è la scarsità o l'assenza di desiderio sessuale spontaneo
e di fantasie sessuali. Frequentemente questo disturbo è presente in persone
che hanno problemi di eccitazione o di raggiungimento dell'orgasmo. Può avere
cause organiche essendo legato ad alcune patologie o all'assunzione di
determinati farmaci, ad esempio antidepressivi.
Un
paziente con basso desiderio sessuale può comunque soddisfare il desiderio di
attività sessuale del proprio partner, anche se per lui tale esperienza può
essere indifferente e non particolarmente gratificante.
Disturbo da Avversione
Sessuale:
la caratteristica fondamentale di questo disturbo è l'evitamento di contatti a
carattere sessuale. In alcuni casi l'avversione per la sessualità può spingersi
anche verso ogni generica forma di intimità, come baci e contatto fisico
sessualizzato. La presenza di ansia, disgusto o timore in presenza di
situazioni che possono preludere ad una intimità sessuale è frequente.
Il
paziente con avversione sessuale si oppone a qualsiasi esperienza sessuale con
il partner in quanto tale attività produce soltanto emozioni negative. Quando il disturbo si
manifesta in tutti i casi, compresa la masturbazione, il problema assume
maggiore rilevanza e nasconde cause organiche e/o psicologiche più profonde
come, ad esempio, una depressione o un trauma sessuale subito durante
l'infanzia o l'adolescenza. Quando è legato al partner abituale è più probabile
che si tratti di un conflitto di coppia. Quando, invece, è legato a tutti gli
uomini può trattarsi di una fobia generalizzata verso il sesso maschile oppure
di una omosessualità latente.
Una variante opposta è quella
del desiderio compulsivo o dipendenza sessuale.
Le
persone con un desiderio sessuale compulsivo, o dipendenti sessuali (ninfomania),
hanno attività sessuali molto frequenti e, spesso, riescono a raggiungere
diversi orgasmi ogni giorno. La percentuale di donne che soffre di questo
disturbo è nettamente inferiore a quella degli uomini. Queste persone sono
ossessionate da sensazioni e fantasie sessuali che interferiscono con
l'attività lavorativa, e che creano seri problemi all'interno delle relazioni
interpersonali. Solitamente, rispondono a una vasta gamma di stimoli erotici e
possono eccitarsi perfino in assenza di sollecitazioni esterne. Ciò che
differenzia queste donne da altre che hanno semplicemente un sano e forte
appetito sessuale, è la qualità compulsiva e coatta dei loro impulsi sessuali.
L'auto-controllo
delle persone dipendenti dal sesso è così inadeguato da spingerle ad
intraprendere iniziative e attività sessuali - prostituzione, uso di materiale
pornografico, rapporti occasionali, ecc. - anche quando esiste la consapevolezza
di rischiare la perdita del lavoro, del compagno o, in caso di rapporti non
protetti, della vita. Il problema è che quando tentano di astenersi
dall'attività sessuale divengono tese, ansiose e depresse. Spesso, inoltre,
mettono in atto una forte pressione sessuale nei confronti del partner e ciò
può avere un impatto molto negativo sulla relazione. I comportamenti sessuali
compulsivi possono essere di tipo perverso - sadismo, masochismo, esibizionismo
- oppure di tipo convenzionale - masturbazione, partner multipli, rapporti
occasionali - ma la caratteristica di fondo è sempre la mancanza di controllo
sul comportamento sessuale sintomatico.
Una singolare caratteristica del disturbo è che le persone che ne
soffrono sembrano essere 'insaziabili'. Al contrario, le donne che hanno una
pulsione sessuale elevata, ma normale, sono generalmente soddisfatte dopo uno o
due orgasmi nell'ambito di un singolo rapporto e, comunque, non hanno problemi
a tenere sotto controllo i propri impulsi sessuali. Questa peculiarità potrebbe
essere causata da un deficit dei normali meccanismi di regolazione degli
impulsi che, ordinariamente, modulano i nostri desideri adattandoli alle
opportunità e ai pericoli dell'ambiente che ci circonda. Altre ipotesi
riguardano le famiglie di origine di queste persone, spesso molto rigide e
anaffettive o, al contrario, troppo intrusive e invischianti. All'interno di
queste famiglie, inoltre, sono spesso presenti altri tipi di dipendenze, come
l'alcolismo, il gioco d'azzardo, i disturbi alimentari, ecc.
Disturbi dell’eccitazione
Alla
fase successiva, quella dell'eccitazione, si associano nell'uomo, il disturbo
di disfunzione erettiva, altrimenti detto impotenza, mentre il disturbo di
eccitazione nella donna è comunemente noto con il nome di frigidità.
Nella frigidità l'elemento fisiologicamente caratterizzante è
l'assenza di lubrificazione vaginale, che a livello psicologico non sempre
corrisponde a mancanza di eccitazione tanto che certe pazienti pur
sperimentando sensazioni di piacere sessuale mancano di lubrificazione, mentre
altre sperimentano la risposta fisiologica di vasocongestione, ma non provano
eccitazione.
Quando il disturbo è
generalizzato è possibile che sia causato da altri disagi psichici più gravi,
come ad esempio, una depressione.
Altre cause possono essere
legate ad un conflitto di coppia o all'atteggiamento della paziente nei
confronti della sessualità in genere. Questo
disturbo può essere anche legato alle modificazioni psicofisiche causate dalla
menopausa, spesso accompagnata da una mancanza di lubrificazione vaginale e da
disagi di tipo psicosessuale.
Disturbi della
fase orgasmica
Nella fase orgasmica si riscontrano nell'uomo tre generi di
disturbi (eiaculazione impossibile, eiaculazione ritardata ed eiaculazione precoce;
la donna, invece può accusare il disturbo dell'orgasmo precoce e quello di
mancanza d'orgasmo.
Difficile è nella donna la diagnosi di orgasmo precoce cui segue
solitamente fastidio nella continuazione del rapporto.
Per
quanto riguarda l'altro disturbo femminile associato alla fase orgasmica, la
mancanza o inibizione dell'orgasmo nella donna, comunemente detta anorgasmia,
viene considerata primaria nel caso in cui la paziente non abbia mai avuto in
vita sua n'esperienza ritmica con un
inizio ed una fine, diversa dal massimo piacere, mentre l'anorgasmia cosiddetta
secondaria va riferita alla mancanza di esperienza orgasmica con il partner
attuale, mentre si parla di anorgasmia situazionale quando si raggiunge l'orgasmo solo con la
masturbazione. Inoltre a sfatare molti pregiudizi e fantasie su tale disturbo
sessuale, secondo l'attuale modello neurofisiologico, quasi tutte le donne
possono raggiungere l'orgasmo con la stimolazione sufficientemente prolungata
del clitoride prodotta dal pene muovendosi in vagina (orgasmo clitoridèo),
mentre di queste circa il 60% possono raggiungere l'orgasmo coitale. Infine,
certe donne raggiungono l'orgasmo solo con fantasie erotiche. Nella valutazione
clinica di una lamentata disfunzione orgasmica va sempre considerato il
disfunzionamento sessuale di entrambi i partner per evitare che un'eventuale
inibizione orgasmica femminile o la non sincronizzazione dell'eccitazione nel
rapporto possano essere addebitate all'eiaculazione precoce del maschio.
Infatti motivi socio-culturali portano più a premere sugli uomini affinché
durante il rapporto soddisfino le donne che non viceversa per cui si è più
facilmente propensi a vedere nel mancato controllo orgasmico una disfunzione
eiaculatoria piuttosto che un problema solo o anche del partner femminile. Il
sintomo può manifestarsi, secondo i casi, con il partner abituale, con altri
partner o in qualunque attività sessuale, compresa la masturbazione. Le cause
organiche sono rare nella donna anorgasmica. I fattori psicologici che possono
causare un'inibizione dell'orgasmo femminile sono essenzialmente di tre tipi:
a) cause superficiali, come un'auto-osservazione ossessiva (spectatoring) durante il rapporto
b) cause banali, come un'insufficiente stimolazione clitoridea
a) cause superficiali, come un'auto-osservazione ossessiva (spectatoring) durante il rapporto
b) cause banali, come un'insufficiente stimolazione clitoridea
c)
cause più profonde legate a conflitti psicologici o relazionali con il partner
o con la figura paterna.
C'è da dire che alcune donne sono incapaci di raggiungere l'orgasmo durante il coito, a meno che non vengano stimolate con le mani direttamente sul clitoride: questo, però, non sempre rappresenta un problema di anorgasmia. Spesso si tratta semplicemente di una normale variante della risposta sessuale femminile.
C'è da dire che alcune donne sono incapaci di raggiungere l'orgasmo durante il coito, a meno che non vengano stimolate con le mani direttamente sul clitoride: questo, però, non sempre rappresenta un problema di anorgasmia. Spesso si tratta semplicemente di una normale variante della risposta sessuale femminile.
Altri disturbi
della sessualità femminile
Tra i disturbi sessuali femminili che non hanno nulla a che fare con le cinque fasi del rapporto sessuale si
considerano le cosiddette fobie sessuali. Diagnosticamente le fobie rientrano
tra i disturbi d'ansia e consistono in
una forma particolare di paura non controllata, sproporzionata alla situazione
e caratterizzata dall'evitamento della situazione temuta. Nel caso particolare
di fobie sessuali la paura eccessiva, da cui l'evitamento, riguarda
l'accettazione del pene in vagina. Si fa
qui riferimento a due tipi di disturbi.
Il primo prende il nome di dispareunia
e trattasi di rapporto sessuale doloroso durante o dopo la penetrazione, spesso
come diretta conseguenza di un patologia
organica, anche se non si esclude che possano concorrere fattori psicologici.
L'altro disturbo, molto più diffuso e più tipicamente fobico
riguarda l'impossibilità per l'uomo di entrare in vagina del partner perché i due muscoli dell'ostio vaginale sono molto
resistenti. Tale disturbo prende il nome di vaginismo dove una forte
componente è costituita dall'ansia
anticipatoria. Come per l'anorgasmia, anche qui, nella valutazione psicologica
della paziente disturbata si distingue, ai fini di un efficacie intervento
terapeutico, un vaginismo primario (da sempre), un vaginismo secondario ed un
vaginismo situazionale. Questo diffusissimo problema psicosessuale è responsabile della maggior parte di
matrimoni non consumati e spesso la intensa paura che porta all'evitamento del
rapporto è dovuta a disinformazione di tipo anatomico ("come è fatto")
e fisiologico (" come funziona") sull'apparato genitale sia femminile
sia e maschile.
La dispareunia è dovuta quasi
sempre a cause organiche. Può essere causata da infezioni e irritazioni dei
genitali esterni o della vagina, da una fimosi clitoridea, da un imene
imperforato o rigido, da un trauma da parto o dall'esito di interventi
chirurgici. Possibili cause psicologiche sono un'elevata ostilità che, non
riuscendo ad esprimersi direttamente verso il partner, trova sbocco nella
somatizzazione dolorosa.
Le cause organiche del
vaginismo, invece, se si esclude un trauma o un'infiammazione vaginale
ricorrente, sono molto rare. I fattori psicologici più ricorrenti vanno
rintracciati soprattutto nel rapporto fra queste donne e la propria madre: in
molti casi, infatti, esiste una situazione di dipendenza psicologica della
paziente nei confronti della figura materna. In altri casi si possono
riscontrare, invece, un'educazione religiosa molto rigida, tentativi di stupro,
una scarsa educazione sessuale o una disfunzione erettile del partner.
Altri disturbi sessuali, non collegabili alle fasi del rapporto
fanno riferimento a sensi di inadeguatezza per il proprio aspetto fisico, per
misura e forma dei propri organi sessuali e per le prestazioni sessuali tanto
da incidere sull'eventuale rapporto e sulla stessa relazione sessuale. Altri si
riferiscono all'esperienza di disagio collegato a modalità di conquiste
sessuali ripetute di una successione di partner che giocano il ruolo di oggetti
da utilizzo (dongiovannismo o sindrome del Don Giovanni e ninfomania) dove la
persona, probabilmente con caratteristiche narcisiste di personalità, maschera
il timore di intimità ed empatia.
Altri disturbi ancora riguardano uno sperimentato disagio
per il proprio orientamento sessuale. E a tale disagio fa diretto
riferimento, a i fini diagnostici, l'attrazione sessuale esclusiva o
predominante, per persone dello stesso sesso, con o senza relazione fisica. Non
è, si badi, l'omosessualità di per sé considerata comportamento disturbato,
diversamente da ciò che fino a poco tempo fa si pensava, ma è il marcato e
persistente disagio del paziente di provare continua eccitazione omosessuale ad
essere classificato come omosessualità egodistonica tra i disturbi sessuali.
A tale problema si possono collegare i disturbi di identità di genere,
quelli cioè che si riferiscono alla consapevolezza del proprio sesso di
appartenenza. Tali disturbi, quando si manifestano, nella grande maggioranza
dei casi, iniziano ad apparire durante la fanciullezza sotto forma di senso di
estraneità, con persistente e marcato disagio, nei riguardi del proprio sesso
anatomico e desiderio intenso di essere di sesso opposto. Se, poi a queste
caratteristiche si aggiunge pure una persistente preoccupazione, per almeno due
anni, di sbarazzarsi delle proprie caratteristiche sessuali ed acquisire quelle
dell'altro sesso, allora la diagnosi che in tal caso viene fatta è di transessualismo.
Altri disturbi dell'identità di genere riguardano pazienti adulti con
comportamenti di travestimento a carattere temporaneo.
Infine un'ultima
categoria di disturbi sessuali ci
rimanda alle deviazioni sessuali diagnosticate con il nome di
parafilie. Le parafilie sono disturbi della preferenza sessuale e
consistono nel ritenere indispensabili per la propria eccitazione sessuale
fantasie o atti insoliti e anche bizzarri che, comunque, deviano dall'atto
sessuale secondo il modello di riferimento inizialmente illustrato. Tali
fantasie o atti possono essere riferiti ad oggetti (tipo articoli di
abbigliamento, orine, feci, immondizie o altro) ad animali (zoofilia) oppure
riguardano la sofferenza propria e/o del proprio partner, a volte non sempre
consenziente (masochismo e sadismo sessuale).
Infine tali atti possono venire indirizzati verso persone non
consenzienti ed allora tali disturbi acquistano rilevanza legale come nel caso dell'esibizionismo,
frotterismo, pedofilia, coprolalia telefonica, tanto per citarne alcuni
dei più diffusi.
Può associarsi al sadismo sessuale lo stupro, episodio ad alta
frequenza e solitamente sottostimato. Infatti certi stupratori si eccitano per
il dolore provato dalle loro vittime, certi altri, i più numerosi, vengono
invece eccitati dall'aver costretto con la forza una persona non consenziente
ad accettare un rapporto sessuale, ma non si eccitano osservando la sofferenza
della vittima.
Sessualità insoddisfacente
Anche
se la vita sessuale non sembra presentare formalmente alcun problema, in realtà
può dimostrarsi insoddisfacente per la donna. Ciò può essere dovuto a molti
motivi, innanzitutto ad una sorta di inibizione della libera espressione dei desideri
e delle emozioni. Oltre a ciò, è abbastanza frequente che la donna consideri primario l'appagamento maschile rispetto a quello femminile, e che
quindi tenda a mettere in secondo piano le proprie esigenze. Infine, per la paura di essere abbandonate,
criticate o svalutate, è possibile accettare rapporti sessuali o
particolari pratiche sessuali senza
che se ne provi reale desiderio. Ciò crea frustrazione, rabbia, autobiasimo
ed una sessualità insoddisfacente. La difficoltà ad abbandonarsi, il senso di
colpa, di inadeguatezza per il proprio corpo, il proibirsi pratiche sessuali
che invece sarebbero vissute come piacevoli, porta ad una vita sessuale solo
superficialmente adeguata e gratificante. Problemi di questo tipo sono
piuttosto frequenti e spesso la donna non è neppure pienamente consapevole
della incompletezza e della mancanza di totale libertà nella propria dimensione
sessuale.
Dott.ssa Ivana Siena
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