Concludendo
La
sessualità femminile dipende da vari elementi e non è uniforme in quanto gli impulsi sessuali sono espressione
dello stile di vita, frutto della capacità creativa individuale. Ciò che ne
deriva è che oltre ai fattori fisici, quindi, esistono altri fattori che
influenzano l’atteggiamento della donna nei confronti della sessualità come l’atteggiamento della cultura, l’influenza dell’uomo dovuta al suo
corteggiamento attivo, alla sua stabilità economica e alla sua migliore
istruzione. Fin dall’infanzia la cultura influenza le pulsioni sessuali, come
tutte le altre pulsioni, che vengono inibite o sviluppate a seconda delle
esperienze vissute dall’individuo. Perciò se l’educazione della bambina conduce
a un atteggiamento passivo nei confronti della vita in generale, allora anche
il suo comportamento sessuale sarà passivo. In generale si può dire che l’educazione
delle ragazze mira perciò ad adeguarsi a questi fattori sopra citati per quanto
riguarda il problema dell’amore.
La spiegazione delle varie caratteristiche della sessualità
femminile, di come si sviluppa e dei possibili disturbi, rimanda a dei chiari
legami con la protesta virile trattata in precedenza.
Oggi l’espressione delle sensazioni, del proprio essere e della
sessualità stessa sono alla portata di tutti, senza distinzioni di classi
socio-economiche nonostante il fattore culturale le influenzi tutt'ora.
Questo permette il trattamento di specifiche problematiche
femminili alla pari di ogni altro disturbo fisico o psicologico che sia, con il
conseguente miglioramento delle relazioni interpersonali, fondamentale per una
qualità di vita sempre migliore.
Il motore per la
gratificazione di tutte le azioni
Il sistema
dopaminergico centrale è quella parte del cervello, situata alla base dello
stesso, nella parte dell'istinto e neurovegetativa, deputata alla percezione
del piacere ed alla memoria di esso, nel senso che ciò che ci piace ci fa anche
fremere dal desiderio di realizzare ancora l’esperienza piacevole!
Il neurone che trasmette la sensazione del piacere è come
una specie di filo elettrico che termina con una specie di bottone; a livello
del bottone esiste uno spazio detto intersinaptico, (significa spazio tra
l’unione dal greco inter e sinapto), dove il primo neurone libera la dopamina;
ebbene la sostanza esplica l’azione che è quella di dare la “sensazione di
piacere”, ma poi viene degradata, poiché esiste un altro recettore, cioè un
sito di regolazione che “capisce” quanta dopamina è stata liberata e dice
“stop”, basta liberazione di sostanza. Ebbene, si è visto che bloccando il
recettore D2, si ottiene ancora la dismissione di sostanza e la trasmissione
del piacere si incrementa! Su questo principio si basa la cura della
depressione, che consiste nel bloccare il recettore D2 e fare liberare quanta
più sostanza del piacere è possibile, per risollevare il tono dell’umore in
modo farmacologico, almeno!
Numerose evidenze
sperimentali nel ratto suggeriscono che il desiderio, la motivazione ad agire per
ottenere una ricompensa e il piacere (ovvero l’euforia) che ne consegue sono
direttamente associati a un aumento dei livelli extracellulari di dopamina nel
sistema mesolimbico.
Nell’animale da esperimento ciò accade
sia per il cibo, sia per la gratificazione a
seguito di assunzione di droghe (per esempio cocaina, alcool, eroina ecc), sia per stimoli sessuali. Lesioni che distruggono i
neuroni dopaminergici o impediscono la trasmissione dopaminergica mediata dai
recettori D1 e D2 nell’accumbens sopprimono
l’auto somministrazione di cocaina. Estendendo il concetto all’adulto,
esistono dei soggetti depressi che, pur di gratificarsi, fanno cose strane,
come avere più relazioni con le donne o giocare d’azzardo!
Trattamento
e terapia
L'intervento psicologico è attualmente uno degli interventi più efficaci per la maggior parte delle disfunzioni sessuali femminili e anche per quelle maschili indicate. La disfunzione sessuale viene vista come l'indicazione da parte dell'organismo di un problema di organizzazione del sistema in cui si evidenzia il problema. L'intervento psicologico, è quindi teso alla riorganizzazione funzionale del sistema ovvero a ciò che si può definire “armonizzazione”. E' un intervento in genere di tipo breve e che può prendere in considerazione sia soltanto il “portatore del sintomo” sia il sistema sessuale (es. la coppia).
Come per quasi tutti i
disturbi sessuali è utile la tecnica della Focalizzazione Sensoriale e
naturalmente portare i partner a migliorare la propria comunicazione e
l'intimità.
Nei casi più resistenti
può essere utile fare ricorso a farmaci (vasodilatatori o antidepressivi) od
ormoni (estrogeni, ossitocina o testosterone).
È importante
che entrambi i partner siano presenti alle sedute e diano la loro
"spiegazione" su quello che sta loro accadendo.
Solitamente sono
necessarie una serie di analisi clinico-chimiche preliminari, per escludere
patologie di natura organica sia meccanica (per esempio nei casi di problemi
d'erezione, che ormonale) ed una lista completa dei farmaci assunti. Nel caso
in cui sia l'assunzione di determinate medicine a determinare la sindrome
sessuale, può ritenersi utile una collaborazione con il professionista cui si
deve tale prescrizione.
È importante
comprendere gli atteggiamenti e l'educazione impartita in famiglia rispetto
alle varie sfaccettature della sessualità, come le modalità di comunicazione,
gli insegnamenti relativi alla nudità in casa, all'attività sessuale
prematrimoniale, alla masturbazione, all'omosessualità, eccetera. Spesso
queste nozioni possono diventare veri e propri muri che impediscono alla
persona di vivere serenamene la propria sessualità, spesso anche senza una vera
e propria cognizione di causa, perché l'educazione diventa poi parte di un
bagaglio personale, che pare non avere più un'origine precisa.
Si può
chiedere come sono state acquisite le principali conoscenze relative alla
sessualità e alla riproduzione (compresi i cambiamenti che intercorrono alla
pubertà, mestruo, polluzioni notturne) e di riproporre in prima persona una
breve spiegazione, perché può capitare che alla base di un disturbo vi
sia una comprensione erronea di alcune nozioni, dalle credenze sulla
fecondazione all'assunzione dell'importanza di alcune posizioni sessuali.
Talvolta può
essere utile comprendere meglio le convinzioni di tipo religioso rispetto agli
atteggiamenti sulla sessualità (masturbazione, petting, rapporti
prematrimoniali, aborto, contraccezione, eccetera) al fine di individuare
se certi convincimenti interferiscano o meno con una soddisfacente vita
sessuale ed eventualmente conciliarli
Non è
infrequente che alcune difficoltà nascano da convinzioni circa alcuni aspetti
della sessualità, come la distinzione dei ruoli sessuali nel prendere
l'iniziativa; l'importanza attribuita alle dimensioni del pene rispetto alla
capacità di indurre piacere nella donna; la convinzione (errata) secondo cui
una volta che un uomo ha l'erezione, questa si debba mantenere intatta per
tutto il rapporto sessuale (altrimenti significa che ci sono problemi nell'uomo
o che la donna non è sufficientemente eccitante per lui); la convinzione che
l'orgasmo debba necessariamente avvenire nel corso del rapporto sessuale o
comunque in seguito a penetrazione; atteggiamenti rispetto alle pratiche orali,
anali, eccetera; convinzione (errata) che l'orgasmo simultaneo sia la forma
migliore e "corretta" di soddisfazione sessuale.
È poi
importante capire quale sia l'esperienza pregressa della persona, quindi si
chiede, a volte attraverso sedute individuali dei due partner di raccontare la
storia delle passate esperienze sessuali e/o sentimentali e della soddisfazione
sessuale rispetto a queste; la storia dell'attuale legame sentimentale/sessuale
e della soddisfazione sessuale passata e presente col partner attuale; le
modalità di raggiungimento dell'orgasmo (posizione preferita, tipo di
stimolazione, per la donna, soddisfazione per il numero degli orgasmi e sua
relazione con le storie passate) ed infine l'eventuale insoddisfazione nel caso
che nel rapporto sessuale non si riesca a raggiungere qualche volta l'orgasmo
(si analizzano le reazioni sia nel caso che l'orgasmo non raggiunto sia il
proprio o quello del partner).
Si chiede ad
ognuno dei partner di valutare su scale da 0 a 10 la soddisfazione circa il rapporto
sessuale, il raggiungimento dell'orgasmo, il gradimento della frequenza dei
rapporti e così via.
Può capitare
che la miglior conoscenza l'uno dell'altra sia di per sé terapeutica e che
induca il partner a relazionarsi in modo da meglio predisporre l'altro.
Negli altri
casi si tratta spesso di un disturbo vero e proprio, ma come tale, prevede
anche uno specifico trattamento per superarlo.
Dott.ssa Ivana Siena
VEDI ANCHE: Disturbi della sessualità femminile, Un po' di storia, Il bisbiglio del piacere femminile
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