"Ma cosa fare di fronte a un mai più
se non cercare
ininterrottamente
nelle furtive note?"
(M.Barbery)
Riuscite a immaginare la vostra vita senza la musica come vostra fedele
"compagna di viaggio"?
Ognuno di noi ha tante e tante canzoni che fanno da sfondo ai propri
momenti di vita, questo perché la musica è profondamente legata al nostro
evolverci come persona, un legame che diventa indispensabile nel momento in cui
le esperienze e le emozioni che si vivono hanno una forza dirompente nella nostra esistenza.
La musica è sempre dalla nostra parte pronta ad aiutarci; basta pensare
alla nostra infanzia e alla sua capacità di alleviare e accompagnare i
sentimenti di paura, come quando le ninne-nanne fungevano da filo conduttore
per mantenere un contatto con i propri genitori anche dopo aver chiuso gli
occhi, procedendo verso una sorta di separazione per gradi.
Da un punto di vista fisico, infatti, il suono è qualcosa che accade
nell’aria, qualcosa che è in grado di stabilire un contatto fisico a distanza
tra una sorgente di vibrazioni ed il nostro corpo.
I momenti "critici" che ogni bambino vive quando si allontana
dalla figura materna possono presentare delle piccole analogie con la
situazione di dolore in cui ci si trova al momento della perdita di una persona
cara, e la musica anche in questo caso può essere usata come strumento per
lenire e affrontare le sofferenze connesse alla morte.
Morire è un'esperienza complessa e fortemente destrutturante sia per la persona che muore, sia per la
famiglia, ma oltre ad essere un evento terribile che costringe ad affrontare
molti e dolorosi cambiamenti, può diventare anche un momento di calda ed intima
condivisione.
È da tener presente che il paziente oncologico ha un insieme di
necessità fisiche, spirituali ed emotive del tutto peculiari e spesso,
purtroppo, vive un abbandono assistenziale.
Ma la musica grazie alla sua capacità di dar voce a tutto ciò che spesso
fatica a trovare parola, di esprimere il dolore e la bellezza simultaneamente,
e di trasportare in un altro tempo e in un altro spazio, offre un nuovo tipo
d'aiuto ai pazienti in fase terminale e alle loro famiglie per affrontare la
malattia, diventa "curativa".
Ecco che oggi appare ancora più chiara l'importanza dell'introduzione e
del riconoscimento di nuove tecniche terapeutiche, come la Musicoterapia, la
quale non nasce come uno strumento alternativo di cura, ma integrativo alle
essenziali terapie mediche e farmacologiche.
Ma che cos'è la Musicoterapia?
Tale metodologia di intervento viene definita come un processo
interpersonale in cui il terapeuta usa la musica in tutti i suoi aspetti –
fisici, emotivi, mentali, sociali, estetici e spirituali – per aiutare i
pazienti a migliorare, recuperare o mantenere la salute; il suo approccio è
globale ed agisce in una concezione olistica che va a considerare l'unità
indissolubile del corpo-cervello-mente.
Nel trattamento musicoterapico, si vuole sviluppare l’ascolto dell’altro
attraverso improvvisazioni libere, la scelta condivisa di musiche e canzoni da
ascoltare o da cantare insieme, la scrittura di testi e, quando il paziente non
può o non vuole suonare direttamente, è importante suonare per lui.
La musicoterapia con i pazienti terminali può essere un valido strumento
per aiutare ad avvicinarsi alla morte, consente di aprirsi agli altri in
maniera insolita, di entrare così intimamente nella vita di qualcuno, proprio
quando questa si avvicina alla fine.
L'intervento agisce fondamentalmente in due modi:
-In primo luogo può essere utilizzato per
raggiungere obiettivi come la riduzione dell’ansia e del dolore, aspetti
cardine nella malattia oncologica, e favorisce il rafforzamento del concetto
di sé;
-In secondo luogo può essere fonte di
interazione profonda e significativa.
L'esperienza musicale offre infatti la
possibilità di esprimesi e di far emergere sentimenti e reazioni rimaste fino a
quel momento sopite, può aiutare anche ad accettare i limiti imposti dalla
malattia e ad incoraggiare la comunicazione, ma è anche una fonte di
divertimento, offrendo un periodo di "tregua" dalle sofferenze e
permettendo così di "ricaricare le batterie" ed affrontare al meglio le
situazioni dolorose alle quali la persona dovrà andare incontro.
Questo tipo di terapia permette di acquisire
inoltre autonomia nelle decisioni, ciò aiuta anche a mantenere il senso della
dignità, della realizzazione e della valorizzazione di sé, facilita
l’evocazione di ricordi significativi, legati a persone care oppure ad eventi
importanti della vita e permette anche alle famiglie di conservare ricordi
positivi dell’ultima fase della vita del malato.
Molte ricerche hanno ampiamente confermato come la musica migliori fortemente
la qualità di vita di ogni singolo persona, l'uomo può essere definito a tutti
gli effetti un "animale musicale" e questo è ancora più chiaro quando
ci si imbatte in esperienze di vita con un forte impatto emotivo.
Ricordano le parole di Oliver Sacks, neurologo, scrittore e chimico
britannico: “Il potere della musica è di
integrare e curare… è un elemento essenziale; è il più completo farmaco non
chimico”.
Dott.ssa Valentina D'Alessio
Laureata in Psicologia e tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus di Pescara
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