LE MAMME MANAGER
Le donne in carriera che
diventano madri devono conciliare due mestieri quello di mamma con l’impegno
professionale.
Alcune decidono di sacrificare il
lavoro per prendersi cura del nascituro, altre a un mese dal parto sono già in
ufficio prese da un doppio carico di responsabilità. “Ho pianificato tutta la
maternità in modo scrupoloso, ma di fronte alla prima febbre alta mi sono
chiesta se sono davvero una buona madre!”. Questa è la frase che di frequente
si sente dire a neomamme che decidono di rientrare repentinamente al lavoro
dopo pochi mesi dal parto. Forte è il senso di colpa che si interseca con la
voglia di intraprendenza professionale.
Nel libro “Mamme Acrobate” l’autrice,
la dott.ssa Rosci, spiega che il “conflitto
è già latente nella complessità di competenze richieste ad una mamma e a una
donna con un serio impegno professionale”. Deve quindi essere munita di
doti quali pazienza, dedizione alla cura, ma anche concentrazione continuità e
competizione, un carico non indifferente. Nonostante le difficoltà “rinunciare al lavoro non è un’opzione,
piuttosto le donne sviluppano la capacità di passare da un piano all’altro dei
due “mestieri”, di vivere due agende parallele, una razionale, una emotiva”.
Fare le supermamme serve quindi a placare il senso di colpa, ma oltre al fatto
che non basta a cancellarlo, può provocare grosse conseguenze nell’equilibrio
mentale della persona oltre che alla relazione con il partner che ne pagherebbe
sicuramente il prezzo più alto. Infatti laddove il carico è tutto spostato da
un alto della coppia, qualunque sia il motivo di base, si innesca un susseguirsi
di sensi di colpa e rimproveri reciproci rispetto alle presunte mancanze nei
confronti del bambino che non vengono adeguatamente affrontati. Il tempo della
coppia si riduce, come la comunicazione ed infine la sessualità, termometro
della temperatura del clima emotivo. Condividere
invece l’esperienza della maternità con il compagno, le proprie aspettative rispetto
alla carriera lavorativa e i compiti di crescita del nuovo nucleo, può essere
meno gratificante, ma sicuramente rappresentare un momento di unione che aiuta
soprattutto la mamma in questa delicata
fase di vita.
Le ansie materne non cominciano
con la nascita, bensì prima, quando la gestante deve fare spazio mentale, oltre
che fisico, per il bambino. L’accettazione psicologica di questa creatura è
importantissima per riuscire a gestire ogni tipo di difficoltà successiva alla
nascita. Una madre che ha affrontato adeguatamente questa accettazione sarà
anche pronta a separarsi dal figlio nei tempi giusti, garantendo la sua
presenza in termini di qualità e non solo di quantità.
È anche vero che oggi più che una
scelta, rientrare al lavoro è una necessità dettata da regole burocratiche ed
esigenze di impresa, quindi la soluzione a questa assenza forzata resta
sicuramente dedicarsi regolarmente al bambino quando è possibile, combattendo
il senso di colpa che spinge a trovare surrogati di gesti affettivi in oggetti,
giocattoli o nell’arrendevolezza agli eccessivi capricci. L’istinto materno è
da sempre il miglior deterrente contro l’insicurezza e i sensi di colpa ed è l’unico
vero insegnante dei giusti metodi per prendersi cura dell’altro.
Dott.ssa Ivana Siena
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