Social-specchio
Svegliarsi una domenica mattina
di sole, fare colazione in compagnia della tv. Incappare in Catfish, un programma
in onda sul canale RealTime del digitale terrestre, già noto per l’originalità
e la veridicità dei temi che propone nelle trasmissioni del suo palinsesto. Star di questo reality Nev Schulman, un “poco
più che ragazzo” che ha avuto un’esperienza di relazione virtuale sul web,
conclusa con la scoperta che la donna dall’altra parte dello schermo, non fosse
poi esattamente chi diceva di essere.
Le domande, legittime, che pone
questo programma sono poi le stesse che ogni persona amante dei social network
si pone: Quali sono i rischi di una relazione nata su un social network o su
una chat? In una storia d'amore online, chi si cela davvero dietro lo schermo?
In ogni episodio di questa serie Nev, il protagonista , accompagna un partner a
conoscere di persona il suo o la sua amata in un emozionante viaggio alla
scoperta della verità…
Incuriosita dall’argomento sono
rimasta a guardare la puntata. Una ragazza, Trina 24 anni, parla da più di un
anno al telefono con un ragazzo, Scorpio 27anni, di cui è riuscita ad avere ben
tre foto! Foto in cui lui è ritratto aitante e seminudo in posa plastica da
modello. Tra i due si instaura un rapporto di confidenza e scambio reciproco
quotidiano che entrambi considerano una vera e propria relazione d’amore. La
ragazza, per quanto possa apparire frivola, parla di aspettative e progetti
comuni e nomina addirittura la parola matrimonio. C’è solo un piccolissimo
problema, rappresentato dal fatto che il ragazzo, Scorpio, non “può”, o non vuole, per vari motivi, incontrarla. Dalle
indagini si scopre che il ragazzo non è quello ritratto nella foto, che non ha
27 anni, ma 32, che ha quattro figli con una donna, alla quale non è più legato
sentimentalmente, e che fisicamente non corrisponde al modello per cui si
spacciava, ma che è invece leggermente in sovrappeso.
Il problema dell’autostima quindi si ripropone
costantemente quando si parla di social network. Lo schermo, il filtro, è uno
strumento duttile, dalle molteplici funzioni, utilizzato ad arte per essere da
un lato “Me stesso”, a dispetto di un mondo reale che impone una maschera, e dall’altro
essere l’opposto di Me, dove invece sono “Io” il più severo giudice di me
stesso. Alla base di tutto questo modo virtuale di porsi e comunicare c’è ad
ogni modo un concetto ampio di conformismo e accettazione. Il conformismo mi fa
pensare alle regole del vivere quotidiano, che hanno a che fare con azioni,
costumi, a volte anche pensiero “adeguati” alla cultura e al tempo che si sta
vivendo. L’accettazione di questi
fattori però spesso provoca insoddisfazione, come anche il sentirsi diversi
rispetto ad essi. Riconoscere quindi le proprie peculiarità, mette in crisi di
fronte alla scelta di porsi per ciò che realmente si è rispetto a ciò che si
dovrebbe essere.
Il senso di identità si
costruisce con le esperienze, le prove, le conferme che ciascuno vive. Riformulare
le proprie risorse emotive ed affettive necessita di un lavoro di
rinforzo continuo per sostenere il confronto positivo con gli altri della
propria specie. Quando le conferme
esterne non sono sempre così positive l’autostima si abbassa rendendo l’individuo
più vulnerabile e costretto alla ricerca di mezzi compensativi per sentirsi
accettato.
È quello che è successo nell’esempio
riportato dal programma televisivo. Il ragazzo infatti si è creato una realtà
di sé alternativa che lo rendesse maggiormente appetibile agli occhi della
ragazza, in attesa che lei potesse apprezzarlo per altre sue caratteristiche,
differenti dal quelle esteriori che lui stesso non percepiva come positive. Il tempo
trascorso tra telefonate e conversazioni via chat ha rappresentato un
palliativo per la sua autostima che però non gli ha permesso di “viversi”
concretamente il rapporto e che lo ha portato ad avere la conferma che qualcosa
in lui è sbagliato, visto l’esito negativo del loro incontro reale.
La scoperta della propria
identità è un processo dai tempi soggettivi che dovrebbe muoversi attraverso la
ricerca dell’armonia tra l’immagine di sé e le proprie aspettative, un viaggio
tra percezione personale e realtà che tenga però in mente l’obiettivo finale
che è il benessere acquisito una
volta che si riesce ad uscire dal personaggio per diventare persona.
Dott.ssa Ivana Siena
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