Gelosia retroattiva
L’amore è quel sentimento che spinge uomini e donne a speciali
reazioni fisiche ed emotive spesso non programmate o che oltrepassano la soglia
della razionalità. È caratterizzato da una vasta gamma di sfaccettature tra le
quali affiora la gelosia. Quando si ama qualcuno, molto spesso si ha il timore
di perderlo e, messa in questi termini, la gelosia rientra in un livello di
normalità fisiologica caratterizzata da comportamenti di allerta nei confronti
degli atteggiamenti, apparentemente o realmente, anomali del partner. Così una
semplice ed inaspettata telefonata, un’uscita fuori programma o un casuale
ritardo nel rientrare a casa genera quel pizzico di curiosità, a volte anche
invadente, da parte del partner geloso il quale da il via alla ricerca anche
dei più piccoli ed insignificanti indizi su cui fondare ipotesi che saranno
destinate a stimolare la sua angoscia e la sua inquietudine.
Nel momento in cui tale sentimento è però dettato dalla paura che qualcun altro possa privarci dell’oggetto del nostro amore, la gelosia può correre il rischio di trasformarsi in una sorta di malattia diventando quindi patologica. Un aspetto che può incrementare il livello di gelosia è, ad esempio, l’intensità del rapporto che il partner ha vissuto con l’ ex soprattutto nei casi di condivisione di momenti importanti come un figlio, una convivenza o se il ricordo della precedente storia è ricco di stima ed affetto reciproco.
Una chiara espressione di gelosia patologica, riferibile a questo tipo di esempi, è la cosiddetta sindrome di “Rebecca” che prende il suo nome da un film di Alfred Hitchcock, ispirato dal celebre romanzo di Daphne du Maurier “ Rebecca la prima moglie”. Libro e film raccontano la storia di una donna che sposa un vedovo e va a vivere nella casa in cui il ricco uomo aveva vissuto con la prima moglie. La donna si rende conto che il marito, ossessionato dal ricordo della defunta Rebecca di cui è ancora innamorato e che considera perfetta, allude a continui confronti tra lei e la ex compagna.
Nel momento in cui tale sentimento è però dettato dalla paura che qualcun altro possa privarci dell’oggetto del nostro amore, la gelosia può correre il rischio di trasformarsi in una sorta di malattia diventando quindi patologica. Un aspetto che può incrementare il livello di gelosia è, ad esempio, l’intensità del rapporto che il partner ha vissuto con l’ ex soprattutto nei casi di condivisione di momenti importanti come un figlio, una convivenza o se il ricordo della precedente storia è ricco di stima ed affetto reciproco.
Una chiara espressione di gelosia patologica, riferibile a questo tipo di esempi, è la cosiddetta sindrome di “Rebecca” che prende il suo nome da un film di Alfred Hitchcock, ispirato dal celebre romanzo di Daphne du Maurier “ Rebecca la prima moglie”. Libro e film raccontano la storia di una donna che sposa un vedovo e va a vivere nella casa in cui il ricco uomo aveva vissuto con la prima moglie. La donna si rende conto che il marito, ossessionato dal ricordo della defunta Rebecca di cui è ancora innamorato e che considera perfetta, allude a continui confronti tra lei e la ex compagna.
Tale sindrome indica oggi la gelosia che
si prova per il passato sentimentale dell’altro, una particolare forma
retroattiva nei confronti della persona amata, alle volte immotivata e
ingiustificata che può diventare una vera e propria ossessione.
Le persone affette da tale sindrome sono accecate dalla gelosia non
rendendosi conto che spesso il “pericolo ex” in realtà non esiste, che la
minaccia dipende effettivamente da loro poiché includono questa presenza
all’interno del rapporto di coppia. Questo genere di gelosia dipende da
svariati fattori quali ad esempio: la scarsa autostima, che porta alla continua
svalutazione delle proprie capacità e caratteristiche positive in favore di una
idealizzazione dell’ex compagno\a del
proprio partner, l’ansia, che rende difficile controllare o gestire gli
attacchi di gelosia; ed infine la presenza di pregresse storie d’amore
problematiche o complesse che hanno lasciato delle ferite aperte e hanno reso
vulnerabili alla paura del riproporsi dell’ insuccesso amoroso. La “gelosia dell’ex” nei casi più gravi può diventare un
disturbo psichiatrico, con episodi di gelosia patologica e comportamenti
paranoici e deliranti. Ciò è dovuto ad un disturbo di tipo ossessivo-compulsivo,
che aggredisce la mente della persona gelosa di giorno come durante il riposo
notturno, fino a farle avere delle difficoltà nel distinguere nettamente tra
passato e presente. La Sindrome di Rebecca agisce infatti, anche quando i riferimenti pericolosi
vengono ridotti al minimo o sono semplicemente casuali: il pensiero ossessivo trascura i dati
di realtà e si fonda su una carente lettura della mente dell’altro, al quale
viene attribuita l’intenzione di ricordare il partner precedente in virtù di un
legame affettivo che non si è mai sciolto.
Quando si verificano queste interazioni l’emozione prevalente è una rabbia profonda che gradualmente pregiudica la
qualità della relazione, il dialogo fra i partner, la costruzione di un
rapporto che sia in grado di collocarsi nel tempo presente integrando le
diverse fasi di vita degli individui coinvolti.
A
volte però i sensori di colui o colei che sospetta non si attivano per pura
paranoia o insicurezza ma le ansie sono giustificate da particolari
comportamenti messi in atto dal partner come quello di non parlare mai del/della
ex innescando nell’altro una curiosità eccessiva e ossessiva che ha lo scopo di
riempire i vuoti del passato, oppure quando ne parla molto male ma in realtà
pensa esattamente il contrario, o ancora quando i due sono grandi amici poiché
non si
riesce a chiudere un rapporto o per paura o perché ci si sente gratificati. Il quadro peggiora se
il partner, non comprendendo o sottovalutando la gravità del fenomeno, parla
liberamente delle esperienze vissute in passato senza curarsi di ciò che
potrebbe scatenare: il rimuginare dell’altro, il quale non
tollera che vengano menzionati luoghi ed eventi che appartengono ai legami già
vissuti e in generale viene travolto da un pensiero ricorrente in merito alla
figura di chi l’ha preceduto, alle sue doti più brillanti, agli elementi che
potrebbero aver reso speciale e ineguagliabile quel rapporto.
Intervento terapeutico: la gelosia
retroattiva si può vincere ma il
lavoro deve essere suddiviso tra i due partner. Lui o lei dovrebbero imporsi di
NON pensare continuamente alla vecchia storia, tantomeno di paragonarla alla
nuova. Il partner interessato necessita di modificare l’atteggiamento, cercare di
essere più sensibile, dovrebbe essere aiutato mettendo in evidenza il suo
comportamento e il fastidio che provoca. Allo stesso tempo il nuovo arrivato
non deve sentirsi in competizione con il passato, che spesso è morto e sepolto.
Una
vecchia storia non deve essere sepolta e dimenticata. In fin dei conti fa parte
di noi e quando si costruisce un nuovo rapporto è importante parlare del
passato per conoscersi meglio e per imparare dagli errori commessi. Non bisogna
però prenderla come parametro di riferimento e giudicare ogni nuova esperienza
con quella passata.
Il problema va affrontato e non sottovalutato: è consigliata una psicoterapia individuale per abbattere insicurezze e aumentare l'autostima, ma l’ideale è una psicoterapia di coppia per lavorare sulla fiducia, sul legame che si sta formando e sul patto (implicito ed esplicito) che li ha uniti inizialmente, con l’obiettivo di uscirne più forti di prima.
Il problema va affrontato e non sottovalutato: è consigliata una psicoterapia individuale per abbattere insicurezze e aumentare l'autostima, ma l’ideale è una psicoterapia di coppia per lavorare sulla fiducia, sul legame che si sta formando e sul patto (implicito ed esplicito) che li ha uniti inizialmente, con l’obiettivo di uscirne più forti di prima.
Dott.ssa Ivana Siena
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