CHE COS'È IL GIOCO SIMBOLICO?
Il gioco svolge
un ruolo chiave nello sviluppo del bambino dal punto di vista cognitivo,
affettivo e sociale. Nel gioco spesso il bambino imita ciò che accade
nella realtà “facendo finta di”: oggetti, azioni, situazioni presenti vengono
utilizzati come simboli per rappresentare qualcosa che non è presente ma che si
può immaginare. Questa fase, che compare nel secondo anno di vita, si chiama gioco
simbolico ed evidenzia le capacità di rappresentazione dei bambini
(Bornstein, O’Reilly, 1993).
Durante il secondo
anno di vita, in cui i bambini cominciano a concettualizzare relazioni astratte
tra i simboli e i referenti della vita reale, il gioco diventa una modalità
fondamentale di rappresentazione mentale.
Piaget (1962) ha
posto in stretta relazione il gioco e lo sviluppo cognitivo dei bambini.
Il bambino nel primo anno di vita manipola un oggetto alla
volta e mette in atto comportamenti riguardanti la sfera sensomotoria. Questo
tipo di gioco si chiama esplorativo o non simbolico perché
consente di raccogliere informazioni sugli oggetti e sulle loro qualità
percettive. Man mano il bambino mette in atto comportamenti più avanzati
manipolando parti di oggetti o giustapponendo due o più oggetti per osservare
la relazione.
Durante il secondo
anno di vita le azioni di gioco diventano ancora più complesse coinvolgendo
oggetti che a loro volta possono diventare altri oggetti, come un cubo che
diventa una torre. Il gioco diventa così simbolico o di
rappresentazione, perché costituisce un mezzo per mettere in atto delle
scene simboliche. Secondo la teoria di Piaget il gioco segue uno
sviluppo sequenziale ordinale, l’azione e l’esplorazione sono alla base
della conoscenza e il gioco simbolico passa da una modalità che coinvolge solo
se stesso, come far finta di dormire, a un gioco che coinvolge gli oggetti,
come far finta che la bambola mangi.
Lo sviluppo del gioco simbolico avviene
secondo cinque stadi di livello:
·
Gioco di passaggio: ossia un’approssimazione di
simbolizzazione, come portare il telefono all’orecchio senza parlare;
·
Gioco simbolico diretto a sé: come fingere di
dormire;
·
Gioco simbolico diretto ad altri: come abbracciare
la bambola;
·
Sequenza di giochi simbolici: come fare il
numero e telefonare;
·
Simbolizzazione sostitutiva: quando vengono
coinvolti uno o più oggetti sostitutivi, ad esempio usare il cubetto come
cornetta e parlare al telefono.
Nel corso del terzo anno di vita, le
capacità di mettere in atto delle azioni di gioco più complesse vengono
consolidate e messe in atto più frequentemente.
Inoltre, Vigotskij (1978) ha
concepito il gioco simbolico non più come un’attività solitaria che evidenzia
gli schemi del bambino che già possiede, ma come un’attività
formativa che avviene attraverso l’interazione tra il bambino e i
genitori (Smolucha, Smolucha, 1998). Perciò lo sviluppo del gioco nel
bambino avviene anche grazie all’interazione con l’adulto attraverso
l’interazione e rispondendo alle sue richieste. Egli ha enfatizzato il ruolo
dell’interazione per lo sviluppo cognitivo attraverso il concetto di zona
di sviluppo prossimale, che indica lo spazio che consente di innalzare il
livello di risoluzione dei problemi del bambino sotto la guida di un partner
più esperto come la madre, rispetto a una performance spontanea e libera se
fosse da solo. Quindi l’adulto svolge un ruolo di supporto
(scaffolding) per lo sviluppo del bambino fino a quando quest’ultimo
non ha appreso specifiche abilità che gli consentiranno di essere autonomo. Per
questa ragione il gioco consente al bambino di transitare nellazona di sviluppo
prossimale, mediante la quale si realizza una anticipazione dello sviluppo. L’apprendimento
è possibile attraverso relazioni significative che costituiscono una specie di
impalcatura, che sostiene il bambino, il quale costruisce attivamente lo
sviluppo di nuove competenze che vengono interiorizzate. Vygotskij attribuisce,
quindi, importanza all'interazione nel processo di apprendimento, che diventa
un elemento strutturante verso lo sviluppo e la crescita del bambino.
Fonte: dr.ssa A. Cornale davidealgeri.it
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