"Vieni a giocare con me,” le propose il
piccolo principe, “sono così triste…”
“Non posso giocare con te, “disse la volpe, “non sono addomesticata.”
“Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?”
“… vuol dire creare dei legami…”
“Non posso giocare con te, “disse la volpe, “non sono addomesticata.”
“Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?”
“… vuol dire creare dei legami…”
“Creare dei legami?”
“Certo,” disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro.
(…) Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. E poi, guarda! Vedi, laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…”
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: “Per favore, addomesticami” disse."
Il Piccolo Principe
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