L'Allenatore
come guida del gruppo ed i ruoli - Approfondimento
Le relazioni instaurate all’interno
della squadra si vestono delle stesse dinamiche che le persone vivono nel
contesto familiare. Non è possibile scegliere in quale famiglia nascere, né da
quali genitori far dipendere la propria crescita. Allo stesso modo un
calciatore sottostà a regole di mercato che spesso gli impongono di cambiare
squadra e rimettere in discussione insegnamenti ricevuti precedentemente che
restano però parte del proprio stile, della propria personalità, fuori e dentro
il prato verde.
Compiti di organizzazione, sostegno
e incoraggiamento del gruppo sono assegnati ad un esperto, per caratteristiche
carismatiche ed esperienziali, il cui ruolo, in famiglia è solitamente
rappresentato dal padre, mentre in una squadra di calcio è propriamente
riconosciuto nell’allenatore. In quanto leader del gruppo, egli porta sulle
spalle grandi responsabilità nella gestione delle dinamiche di squadra. Un
leader, infatti, dovrebbe saper creare un clima favorevole utilizzando le sue
capacità relazionali ed empatiche, dovrebbe riuscire a convogliare le
personalità distinte dei singoli giocatori verso un obiettivo comune che li
renda un’entità compatta, alternando l’essere direttivo all’essere stimolante.
Protezione e autorevolezza proprio
come nelle funzioni di un padre di famiglia che osserva tutto il contesto ed
interviene tempestivamente nel ristabilire gli equilibri minati dagli eventi
esterni.
Nel calcio attuale, il buon
allenatore assume sempre di più le caratteristiche del buon comunicatore: la
competenza tecnico-tattica è fondamentale e serve a dargli credibilità, così
come l’abilità comunicativa è necessaria per rivestirlo di spessore e qualità
professionale. Come ogni bravo genitore, si impegna nella diffusione dei propri
principi, delle proprie tradizioni e del proprio metodo educativo (tecnica) ai
suoi figli (i giocatori), un sapere che a sua volta lui ha appreso nel tempo
attraverso le stesse modalità di trasmissione o attraverso il crescere e
diventare uomo.
In questo alternativo modo di
vedere le dinamiche del gruppo, il “sistema familiare” in questione è
sicuramente di tipo patriarcale. L’allenatore ha un enorme potere decisionale,
può rifornirsi di consigli e suggerimenti, può delegare determinati compiti ma
le scelte e le decisioni finali spettano a lui. Tuttavia nel contesto odierno
in cui il risultato è l’unica cosa che conta veramente e che forma i giudizi
sul lavoro svolto, l’allenatore ha la necessità di non ritrovarsi da solo nei
rapporti con la squadra, con la società, con i media, con i tifosi. Ha bisogno
di una sorta di corazza, rappresentata dai suoi collaboratori, vice allenatore
in primis.
A livello sistemico, quest’ultimo è
associato ad un ruolo materno. Vive costantemente lo spogliatoio (casa), ed è
preposto all’osservazione e al riequilibrio dei rapporti tra gli atleti. Lo
spogliatoio è il cuore pulsante della squadra in cui condividere la tensione,
le ansie e i conflitti che ne derivano, la delusione, i silenzi o le personali
esternazioni di felicità, proprio come accade in famiglia prima e dopo un
evento rilevante. Su un piano relazionale quindi, il vice allenatore fa da
termometro dell’emotività dei suoi giocatori, monitorando la coesione del
gruppo. Rappresenta un punto di riferimento che lavora attraverso un ascolto
attivo privo di giudizio e volto ad affrontare l’imprevisto ed a migliorare la
prestazione in un sistema di cooperazione diretta con il primo allenatore.
Questo ruolo è spesso sottovalutato in quanto non si considera che oltre alle
capacità tecniche riconosciute, vista la posizione che ricopre, il vice
allenatore è investito di responsabilità che necessitano di una dote
particolare, la diplomazia. La capacità di dire o non dire la cosa giusta al
momento giusto e all’interlocutore giusto è fondamentale per mantenere la propria
credibilità e quella dell’allenatore in prima. Minare in qualche modo
l’autorità del ruolo del primo allenatore causerebbe negatività all’interno del
gruppo che si ripercuoterebbero inevitabilmente su tutto il sistema squadra,
pertanto anche sulla validità della sua carica.
Complicità e sostegno delle idee e
degli obiettivi comuni sono fondamenti cardine su cui si basa la collaborazione
di queste due figure all’apice del sistema squadra, esattamente come padre e
madre devono sostenersi e rinforzarsi nei propri ruoli per evitare il
disgregamento della famiglia.
Dott.ssa Ivana Siena
Fonte: Forzapescara.tv
Nessun commento:
Posta un commento